Per Timbuctù condanna storica (ma pochi hanno firmato il Trattato)

Tina Lepri |  | L’Aia

È una sentenza storica quella emessa dai giudici della Corte Penale Internazionale dell’Aia che hanno condannato a nove anni di prigione il jihadista maliano Ahmad Al Faqi Mahdi, colpevole della distruzione di mausolei a Timbuctù nel Nord del Mali, Patrimonio mondiale dell’Umanità.

Durante il processo, iniziato il 22 agosto il tuareg, uno dei capi di Ansar Dine, movimento fondamentalista del Mali legato ad Al Quaeda, è stato accusato di crimini di guerra per aver «intenzionalmente attaccato» nove mausolei della città e contro la porta della moschea e madrasa Sidi Yahia, a luglio 2012. Al Mahdi ha sempre ammesso la propria colpevolezza e ha chiesto perdono al suo popolo.

La sentenza è stata definita dall’Unesco «una pietra miliare» nella salvaguardia del patrimonio mondiale. Per la prima volta un jihadista è condannato per «crimini di guerra» commessi contro «monumenti di carattere
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