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Parigi dichiara guerra alle automobili

Luana De Micco

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La guerra alle automobili la città di Parigi l’aveva già dichiarata nel 2013 quando l’ex sindaco Bertrand Delanoë aveva fatto chiudere al traffico una parte del lungosenna, sulla rive gauche, che va dal Pont de l’Alma al Musée d’Orsay. Sulla stessa scia la sindaca attuale, anche lei socialista, Anne Hidalgo, ha lanciato a inizio anno un piano «anti auto» che costerà al Comune 90 milioni di euro. Se far sparire completamente le automobili dal centro della capitale pare poco probabile, l’idea è di ridurre la loro presenza il più possibile per rendere la città più vivibile e più respirabile, poiché i picchi di inquinamento sono sempre più frequenti.

Si sta già testando la chiusura al traffico di un altro tratto del lungosenna, rive droite, tra la Bastiglia e le Tuileries. La Hidalgo prevede tra l’altro la riduzione dei limiti di velocità in centro a 30 km/h e di abolire il diesel entro il 2025. Sul fronte urbanistico, uno degli aspetti più interessanti del progetto comunale riguarda sette grandi piazze: Madeleine, Nation, Italie, Bastille, Fêtes, Gambetta, Panthéon. Per «ridisegnare» queste piazze a favore di pedoni e ciclisti e aumentare gli spazi verdi sono stanziati 40 milioni di euro. I lavori, in alcuni casi già iniziati, non saranno completati prima di fine 2019-inizio 2020.

In place de la Madeleine vanno di pari passo con il restauro della chiesa. Il grande incrocio attuale sarà più «bucolico» con viali laterali alberati per il mercato dei fiori e il sagrato più ampio. Anche intorno al Panthéon saranno create isole pedonali verdi per valorizzare il monumento. Spazi verdi e traffico limitato sono previsti anche alla Bastiglia per poter accedere più facilmente al porticciolo dell’Arsenale e alla centrale «colonne de Juillet», che, chiusa al pubblico da 40 anni, sarà riaperta entro il 2018. Non tutti sanno che la colonna, alta 50 metri e larga fino a 60, presenta una galleria sotterranea dove si trovano due monumenti funebri in omaggio alle vittime di due rivoluzioni francesi, del 1830 e del 1848: un po’ meno famose di quella del 1789, almeno all’estero.

Luana De Micco, 13 aprile 2017 | © Riproduzione riservata

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