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Milano, Roma e Genova confermano il valore dei classici

Ponti, Sarfatti, Bellini, Albini, Chiesa, Lelii tra le firme delle ultime aste di design in Italia

Carla Cerutti

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Una serrata sequenza di tornate, tra maggio e giugno, ha decretato ottimi risultati per le aste dedicate al design e alle arti decorative del Novecento. A Milano da Cambi, il 23 maggio, un centinaio di lotti sono stati esitati per un totale di 1.251.000 euro, dei quali 200mila pagati per due celeberrime panche disegnate nel 1930 da Gio Ponti per la quadreria fiorentina dei Contini Bonacossi, a conferma della rilevanza sul mercato dei pezzi di assoluta maestria dell’architetto milanese, come il tavolo, en suite con le panche, battuto per 387.500 euro dallo stesso Cambi nel dicembre 2015.
Anche l’illuminazione di qualità premia, come dimostrano le aggiudicazioni della collezione Raffa, quasi tutte al massimo della stima od oltre, che hanno visto le lampade Arteluce di Gino Sarfatti tra le più apprezzate, con 68.750 euro per il lampadario 2072 “Jo-Jo” del 1953 e 46.250 per la lampada da sospensione 2068 del 1952. Così ha commentato l’esperto in carica, Piermaria Scagliola: «Siamo ovviamente soddisfatti del buon risultato, che conferma la tendenza di Cambi al mercato internazionale, rafforzata dall’aumento dei clienti esteri spagnoli, tedeschi e francesi, rispetto al buon numero di britannici e statunitensi già clienti affezionati. Sono particolarmente contento dei risultati ottenuti da Carlo Mollino: i 76.250 euro complessivi raggiunti dalle sedie del 1959 per la sala da ballo Lutrario spero siano la dimostrazione che anche in Italia sappiamo valorizzare le creazioni di chi, come Mollino, tanto ha contribuito all’immaginario del design italiano nel mondo».

Soddisfazione avvalorata, anche se in tono minore, dalla tornata organizzata il 14 giugno nella sede genovese che raccoglieva 542 lotti esitati per un totale di 780mila euro, con un 97% di venduto per valore (67% il venduto estero) e con un 59% di lotti venduti. Non ci sono state, di fatto, grandi sorprese ma i pezzi considerati grandi classici hanno mantenuto intatto il loro valore, come il salotto modulare Camaleonda di Mario Bellini (produzione C&B del 1970), aggiudicato a 16.250 euro, contro una stima di 10-12mila.

Nell’asta di arti decorative del XX secolo, battuta sempre da Cambi a Milano due giorni prima, la parte del leone è toccata a Gio Ponti, del quale il gruppo centrale del Trionfo da tavola disegnato per le Ambasciate d’Italia nel 1927 ca, in porcellana bianca e oro della Richard Ginori, è stato venduto a 17.500 euro, e il grande piatto in maiolica raffigurante Balbina, della serie «Le mie donne», è stato aggiudicato a 16.250 euro, cifre polverizzate dai 143.750 euro pagati da un privato a Roma, da Babuino Casa d’Aste, il 14 giugno per aggiudicarsi una rara versione in bruno e giallo del grande Vaso delle Donne e delle Architetture ideato in maiolica da Ponti nel 1924-25 e stimato 70-90mila.

Da Wannenes, infine, a Genova tre tornate tenutesi il 15 e 16 giugno, dedicate a un vasto panorama del «Design e stile italiano» con 884 lotti, hanno raggiunto il miglior risultato del dipartimento con un totale di 1.412.908 euro, una percentuale di venduto per lotto del 72,1% e per valore del 174,5%. Top lot una coppia di poltrone di Franco Albini, modello Fiorenza degli anni ’40, in legno, metallo verniciato, tessuto imbottito e ottone, battuta a 99.200 euro contro una stima di 14-18mila, seguita da una lampada da terra di Pietro Chiesa, modello 1098, per Fontana Arte degli anni ’40 in ottone verniciato, valutata 4-4.500 euro e aggiudicata a 24.510 euro e, infine, una lampada a plafone di Angelo Lelii degli anni ’50 per Arredoluce, in ottone e vetro opalino satinato, esitata a 22.320 euro quadruplicando la stima massima. Ottimi risultati anche per arredi anonimi, ma di buon design, che hanno riscontrato il giusto apprezzamento, soprattutto nel settore dell’illuminazione che, ultimamente, sta riscuotendo un crescente interesse di mercato.

Carla Cerutti, 11 luglio 2017 | © Riproduzione riservata

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