Librai antiquari: «Siamo in un pantano, ed è difficile uscirne»

Un accordo tra Belle arti e Biblioteche non risolve ma aggrava i problemi del libro antico. Ce ne parla il presidente dell’Alai, Marco Cicolini, che teme il dimezzamento in due anni dei suoi 105 iscritti

I librai antiquari italiani temono per il futuro della professione
Vittorio Bertello |

Torino. Il 20 ottobre è stato stipulato un accordo tra Direzione Generale Belle Arti e Paesaggio e Direzione Generale Biblioteche e Istituti Centrali in base al quale quest’ultima si avvale, in via transitoria e temporanea, degli Uffici Esportazione per lo «svolgimento delle funzioni precedentemente svolte dalle Soprintendenze bibliografiche regionali in materia di tutela connesse alla libera circolazione dei beni bibliografici», come riferisce una circolare del 22 ottobre del Mibact.
L’accordo fa seguito a un decreto legge del 19 giugno, convertito in legge il 4 agosto e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 14, che privava le Regioni dell’esercizio autonomo della tutela in materia di beni librari. In proposito abbiamo sentito il presidente dell’Alai- Associazione Librai Antiquari Italiani, l’antiquario Marco Cicolini.

Che cosa comporta questo accordo?

Non risolve affatto i nostri problemi,
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