Di Francesco Arcangeli, il grande studioso che ha lasciato traccia profonda nella cultura storico-artistica del secolo trascorso, conosciamo molte, e fondamentali, opere. Tra queste, la monografia su Morandi, che gli causò atroce sofferenza per il dissidio con il pittore, il quale rifiutò l’opera nella stesura originale, edita infine nella sua interezza da Luca Cesari solo nel 2007 (Allemandi Editore).

Ricordo poi l’edizione degli scritti di Arcangeli sull’arte contemporanea, che tra breve saranno riproposti in una versione accurata da Piero del Giudice, o le Pagine di galleria 1941-1973, riunite e pubblicate nel 1994 dall’Accademia Clementina di Bologna e le acutissime letture e interpretazioni dell’arte moderna, monografie, articoli, saggi. Tra quest’ultimi tutti ricordiamo, e tramandiamo ai nostri allievi, quello per la mostra «Natura ed espressione nell’arte bolognese ed emiliana del 1970»: quanto di più intimo e personale nell’esegesi dell’arte del passato sia stato scritto da uno studioso. Per questa soggettivazione, che a noi pare aggiungere un elemento di attrattiva allo scritto, e che Giovanni Previtali, discutendo della periodizzazione della storia dell’arte italiana, indicò come un limite dello studioso, Arcangeli mise se stesso in discussione sin dalle prime lezioni tenute all’Università di Bologna, dove resse la cattedra di storia dell’arte medievale e moderna dal 1967; nel suo primo corso universitario si preoccupò di sottolineare come la «periodizzazione… i tramandi che si rinnovano attraverso i secoli nei modi che io intendo definire… sono una proposta e… una ipotesi di lavoro che potrà esser messa, oggi e in futuro, in crisi».

Ancora, e dopo la rottura col Morandi e le crudeli conseguenze, Arcangeli difende la libertà dell’intellettuale, da lui perseguita in piena coscienza e serietà etica. Di ciò siamo oggi ancora più avvertiti grazie all’eccellente opera svolta da Vanessa Pietrantonio, cui si deve la curatela dei due volumi che raccolgono i testi per le lezioni sino al 1970, editi per il centenario della nascita di Arcangeli (1915-1974), nei quali esse «si configurano come una sorta di grande cantiere, dove il provvisorio, il contingente, scandiscono un discorso critico attraversato da una sotterranea, e ancor più marcata, traccia autobiografica», che trova in ciò che la studiosa ha definito «scrittura orale» espressione piena, nel suo procedere per alternanza con «periodi cristallini ad altri costruiti con una sintassi che talvolta procede a strappi».

I soggetti, i più amati: Wiligelmo, Aspertini, Lodovico Carracci, Crespi, Morandi, il cui percorso artistico ed esistenziale è affrontato secondo modalità atte a stimolare nei giovani studenti passione e rigore di ricerca, nella potenza della poesia della parola; da leggere, e rileggere, l’Introduzione, da sottoporre a chi sta colpevolmente sottraendo valore e autorevolezza all’insegnamento universitario attraverso un sistema di regole opprimente e di valutazioni contorte (come si può costringere entro un sistema numerico il significato del sapere?), affinché comprenda l’esempio di un maestro.  

Francesco Arcangeli, Corpo, azione, sentimento, fantasia. Lezioni 1967-1970
2 volumi
a cura di Vanessa Pietrantonio
prefazione di Vera Fortunati
338 e 272 pp., ill. b/n
il Mulino, Bologna 2015
€ 48,00