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La Tour Eiffel in una teca

L’allarme sicurezza impone nuovi muri trasparenti e invalicabili

Luana De Micco

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L’attacco col machete alle porte del Louvre dello scorso 3 febbraio ricorda che la minaccia terroristica a Parigi (e non solo) resta alta. Ricorda che il Louvre per questo motivo ha perso circa 2 milioni di visitatori nel 2016 (cfr. lo scorso numero, p. 4). Ma un’altra constatazione è d’obbligo: il dispositivo di sicurezza ha funzionato. Ricordiamo i fatti. Alle 9.50, un egiziano di 29 anni, a Parigi con il visto turistico, è entrato nel Carrousel du Louvre, la galleria commerciale nel sottosuolo adiacente al museo. Prima di accedere al punto di controllo si è imbattuto in una pattuglia di militari a presidio della zona e si è scagliato contro di loro invocando Allah. L’uomo è stato fermato e gravemente ferito. Addosso gli sono state trovate anche delle «bombe» di vernice.
Qualche giorno dopo, agli inquirenti dirà che la sua intenzione era «solo» di imbrattare le opere del museo, ma le ragioni del suo gesto restano ancora poco chiare mentre scriviamo. Quella mattina il museo è stato isolato e evacuato secondo una procedura ormai rodata da tempo (era stata testata anche a dicembre, quando tutto il personale del museo, pompieri, militari, hanno effettuato un’esercitazione in scala reale per simulare un attacco terroristico). Il museo era pronto. Ma è da anni che si prepara. Nel dicembre 2014, prima dunque dell’attacco a Charlie Hebdo, e prima di altri musei, era stato installato un portico metal detector all’ingresso della Piramide. Nel 2015, il Governo ha rinforzato la presenza dei militari nella Cour Napoléon e nella hall sotto la Piramide (così come è stato fatto davanti al Musée d’Orsay). Dopo l’attentato di Nizza (14 luglio 2016) sono stati aggiunti nel piazzale dei blocchi di cemento antisfondamento.
La sicurezza è uno di quegli argomenti di cui ai musei piace parlare poco. Si sa che il d’Orsay ha investito un milione di euro per migliorare i controlli. E che quest’anno il Ministero della Cultura ha sbloccato altri 9 milioni da destinare ancora alla sicurezza dei musei. La Città di Parigi invece teme per la Tour Eiffel. Per gli Europei 2016, intorno agli Champs-de-Mars (che avevano accolto i tifosi) e davanti alla Tour Eiffel erano state installate delle griglie metalliche. Ma ora la città si proietta verso le Olimpiadi del 2024 e l’Expo del 2025. Un budget di 300 milioni sarà investito per la manuntenzione del monumento (che verrà tra l’altro riverniciato), ma anche per migliorare l’accoglienza e la sicurezza del pubblico.
«La Tour Eiffel deve adattarsi alla nostra epoca e alle nuove minacce», ha più volte sottolineato l’assessore alla Cultura, Bruno Julliard. Saranno ridotte le file di attesa (sviluppando l’acquisto dei biglietti online) e modernizzati gli ascensori. Verrà modificata la circolazione delle auto intorno al monumento. La Città ha anche annunciato la costruizione di un muro di vetro trasparente blindato alto 2,5 metri che racchiuderà la Tour e i giardini. Non si potrà più arrivare ai piedi del monumento senza attraversare i controlli. Il muro costerà 20 milioni di euro. La Città assicura che ogni decisione è studiata con gli Architectes des Batiments de France per difendere «l’estetica» dell’intervento, ma la barriera solleva molte critiche. «Dove sarà il prossimo muro? Louvre, Arco di Trionfo, Beaubourg, Notre Dame?», ha scritto su Twitter la «Tribune de l’Art».

Luana De Micco, 12 marzo 2017 | © Riproduzione riservata

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