La natura «relativa» della pittura nelle nuove sale degli Uffizi

Eike Schmidt coniuga relazioni stilistiche e iconografiche tra opere e artisti, senza annichilire l’architettura

Una delle nuove sale riallestite nella Galleria degli Uffizi
Claudia Conforti |

Firenze. La riconfigurazione espositiva degli Uffizi è perseguita con meditata continuità dal direttore Eike Schmidt, sostenuto dall’esperienza degli architetti Antonio Godoli della Galleria, affiancato da Nicola Santini e Lily Kani. Le prime ad essere riallestite sono state le due sale di Botticelli nel 2016, seguite nel 2018 da quelle dedicate a Caravaggio e il Seicento (8 sale), della collezione Contini Bonacossi (8 sale), di Michelangelo e Raffaello, di Leonardo (nel 2019). Si aggiungono ora le contigue quattordici sale, già destinate a Decima, l’ufficio delle imposte, come rammenta l’affresco con il Tributo di Cesare di Giovanni Martinelli, che sovrasta la saletta del Greco. I dipinti, molti estratti dai depositi, come la portentosa «Madonna del Popolo» di Federico Barocci, illustrano le molteplici declinazioni con cui gli artisti fiorentini e veneti, ma anche emiliani, marchigiani,
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata