La Natività nell’arte | Correggio

Gli auguri della casa editrice con opere scelte dai suoi autori | Sentimento, luce e realismo prefigurano il Barocco nella «Notte» del pittore emiliano

Un particolare di «L’Adorazione dei pastori detta “La Notte”» (1522) di Antonio Allegri detto il Correggio © Dresda, Staatliche Kunstsammlungen, Gemäldegalerie
Maria Grazia Bernardini |

Il 24 ottobre del 1522 Correggio stipulava un contratto con Alberto Pratoneri per un’«Adorazione dei pastori»  che avrebbe dovuto ornare la cappella di famiglia nella chiesa di San Prospero di Reggio Emilia, la chiesa più importante della città emiliana, dove arrivò nel 1530. Il dipinto suscitò subito una profonda ammirazione e ancora oggi è considerato uno dei grandi capolavori dell’arte italiana per il fascino dell’invenzione, la delicatezza della pittura e l’intenso contenuto religioso.

Correggio raffigura la scena nella classica mangiatoia, accanto a una rovina classica, testimoniata dalla grande colonna che si staglia contro il vasto paesaggio immerso nella luce crepuscolare. La Vergine al centro guarda con espressione amorevole il Bambino Gesù e viene inondata dalla grande luce emessa dal Figlio, che focalizza lo sguardo dello spettatore sui due personaggi centrali della composizione. A sinistra si raggruppano i pastori colti nelle loro espressioni di sorpresa e meraviglia, anch’essi illuminati dalla luce divina e, in alto, si agita un gruppo di angeli tra le nubi, festosi e allegri; in secondo piano a destra e in penombra san Giuseppe, l’asinello e il bue.

Seguendo una tradizione codificata, Correggio ambienta la Natività nell’oscurità, quando ormai il sole è calato e scende la notte (per questo il dipinto è noto come «La Notte») e sfrutta il contrasto tra la luce e le tenebre per creare una atmosfera magica e sottolineare la divinità del Bambino: la luce è manifestazione di Dio che sconfigge le tenebre, illumina e vivifica ogni cosa ed è così abbagliante che la giovane donna si copre gli occhi.

L’asimmetria della composizione, la manifestazione dei vari sentimenti che premono nel cuore dei personaggi, la luce vibrante, il realismo di alcuni dettagli sono elementi dell’arte del Correggio che prefigurano la futura stagione dell’arte barocca: ne è un esempio l’«Adorazione dei pastori» che Peter Paul Rubens dipinse nel 1608 per la chiesa di San Filippo Neri richiamandosi a «La Notte».

Il grande dipinto lasciò la chiesa di Reggio Emilia all’inizio del Seicento per Modena, prelevato da Francesco I d’Este intento ad arricchire la propria collezione, e da Modena verso la metà del Settecento passò nella sede attuale, la Gemäldegalerie di Dresda, a seguito della vendita di cento capolavori da parte del duca Francesco III d’Este a favore dell’Elettore di Sassonia Augusto III.

L'autrice è Storica dell’arte

LA NATIVITÀ NELL'ARTE

© Riproduzione riservata «L’Adorazione dei pastori detta “La Notte”» (1522) di Antonio Allegri detto il Correggio © Dresda, Staatliche Kunstsammlungen, Gemäldegalerie
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