Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliRoma. Continuano le piccole e preziose mostre della Galleria Nazionale d’Arte Antica, questa volta con «Venezia scarlatta: Lotto, Savoldo, Cariani» a Palazzo Barberini dal 15 marzo all’11 giugno, a cura di Michele Di Monte. La collaborazione con i più grandi musei di tutto il mondo ha riunito per l’occasione sei capolavori cinquecenteschi di area veneta, provenienti uno a testa da Metropolitan, Louvre e Prado, due dall’Accademia Carrara di Bergamo e uno «interno» dalla Galleria Corsini.
Il tema originale è «il senso del rosso» di questi pittori, la sua valenza estetica quanto simbolica in tele tutte realizzate nel giro di poco più di un decennio, tra 1520 e 1530 circa. Nel gioco dei confronti tra dipinti che trattano temi piuttosto diversi, dalle scene sacre ai ritratti profani, le opere in mostra delineano «in forma estremamente concentrata ancorché compendiaria, il rapido sviluppo di variabili e innovativi atteggiamenti nei confronti di tradizione, scelte di gusto della committenza, istanze di moda più o meno dominanti, in una complessa trama di rimandi, osservazioni reciproche, strategie mimetiche e appropriazioni imprevedibili», legate tutte al filo rosso, tipico di quel contesto e in quegli anni, «della materialità della pittura, ovvero, complementarmente, della pittura della materialità», prosegue Di Monte, intesa anche come «luogo di investimento simbolico e rivendicazione socio-culturale, contrassegno di orgoglio civico e municipale non meno che strumento di affermazione della professionalità del pittore».
Si tratta di pitture magnifiche, un vero godimento in particolare per gli appassionati di Lorenzo Lotto, del quale arrivano quattro importanti opere: il «Matrimonio mistico di santa Caterina di Alessandria» nelle due versioni qui messe a confronto dell’Accademia Carrara e della Galleria Corsini, il «Ritratto di Marsilio e Faustina Cassotti», eccezionale prestito del Prado, e il «Cristo portacroce» del Louvre, con tanto di firma in basso a destra sul braccio della croce. Completano la mostra il ritratto di Giovanni Benedetto Caravaggi di Giovanni Cariani, pure della Carrara, e il san Matteo di Savoldo del Metropolitan.
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