«Questa società del piacere, che crea nei cortigiani una onesta familiarità con il sovrano, li tocca e li affascina più di quanto si possa immaginare», scriveva Luigi XIV in Mémoires pour l’instruction du Dauphin, nel 1661. Il Re Sole, che regnò per più di sessant’anni, aveva fatto delle spettacolari feste di Versailles uno degli strumenti della sua longeva grandeur e aveva trasmesso il suo savoir faire agli eredi. E proprio a «Feste e divertimenti a corte» è dedicata la mostra aperta fino al 26 marzo alla Reggia di Versailles.

Nella scenografia del fotografo e designer Patrick Hourcade, sono allestite opere per lo più della collezione della reggia, o prestate dal Louvre e dal Grand Palais, che documentano l’infinita inventiva del sovrano per divertire i suoi invitati: opere, commedie, concerti, ma anche fuochi d’artificio, giochi di luci nei giardini e balli in maschera che si tenevano regolarmente anche dopo la morte di Luigi XIV e fino alla Rivoluzione.

Di Charles Nicolas Cochin sono esposte le rappresentazioni in inchiostro di china dei «Giochi del re e della regina nella Galerie des Glaces» e del «Ballo in maschera per il matrimonio del delfino». Una stampa del 1694 mostra il delfino mentre gioca a carte con il duca di Vendôme. Una serie di quadri di Jean-Marc Nattier ritrae i membri della famiglia reale alle prese con uno strumento musicale o immersi nella lettura. Con l’aiuto di immagini 3D anche il visitatore può calarsi nei panni del cortigiano.