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Il mercato punta solo su valori sicuri

Michela Moro

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I compratori di arte moderna e contemporanea scelgono esclusivamente maestri classici del Novecento e nomi affermati del dopoguerra 

Debutto autunnale di Sotheby’s nella nuova sede di Palazzo Serbelloni a Milano, il 24 e 25 novembre, per le sessioni di Arte moderna e contemporanea. Sotto il rostro di Filippo Lotti le due sale contigue erano affollate tanto quanto nella vecchia sede, mentre erano schierate ai telefoni con i colleghi le sette esperte, tutte donne, di questa vendita. 

L’avvio dell’asta serale è stato tranquillo, forse perché i controlli molto severi centellinavano gli ingressi, ma il pubblico si è rivitalizzato con l’arrivo del lotto 18, «Bianco Plastica», plastica, acrilico, vinavil, combustione su masonite del 1968 di Alberto Burri, ancora e sempre oggetto del desiderio, poi aggiudicatosi il terzo posto della top ten list con 735.500 euro. Molto attivo era il gallerista Marco Voena dal fondo della sala piuttosto ciarliera, che si è zittita quando il Fontana «Concetto spaziale, Attese», idropittura su tela del 1968, ha superato il milione di euro, arrivando primo con 1.383.000. Tra i due si è piazzato Giorgio Morandi con «Natura morta», un olio su tela del 1948, battuto a 747.000 euro. Le due tornate d’asta hanno totalizzato la più che discreta cifra di 13.731.800 euro, con l’87,7% di venduto per valore e l’84,1%  per lotto. Raphaelle Blanga, responsabile del dipartimento di Arte moderna e contemporanea, commenta: «Abbiamo selezionato una quindicina di opere degli anni Sessanta della Pop art romana attorno a Schifano, Festa e Tacchi e per questi abbiamo registrato due record mondiali: “Al livello del mare” di Tano Festa è stato venduto a 177mila euro, e “Il letto pensando ad un prato..!” di Cesare Tacchi, la grande tela imbottita scelta da Palma Bucarelli per la mostra del 1970 “La vitalità del negativo”, è stato acquisito per 183mila euro».

Buoni esiti anche a Prato da Farsettiarte per due giorni di aste, il 27 e 28 novembre: il risultato è stato soddisfacente, con una percentuale di vendite del 70% e un volume complessivo di circa 9 milioni di euro. Le cifre più alte sono state ottenute da due opere di Alberto Savinio, provenienti da una collezione privata veneta, al terzo posto ancora Burri. La riflessione post-asta di Farsetti è che «i risultati delle vendite costituiscono un’ulteriore conferma delle attuali tendenze del mercato: i collezionisti cercano ancora opere astratte come Burri, Castellani, Hirst e Riopelle ma riconoscono la qualità dei maestri storici del Novecento italiano, da Balla a Guttuso, e straniero, come Chagall e Picasso».

Michela Moro, 07 gennaio 2016 | © Riproduzione riservata

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