Giorno per giorno nell’arte | 28 ottobre 2022
Questa volta è toccato alla «Ragazza con l’orecchino di perla» di Vermeer | Antropologa Usa contraria alle restituzioni fa causa all’Università per ingiuste ritorsioni | Spiegler se ne va da Art Basel | Perrotin apre a Dubai | I premi Rotondi ai salvatori dell’arte | La giornata in 14 notizie

Questa volta è toccato alla «Ragazza con l’orecchino di perla» di Vermeer. L’ultima di una serie di azioni ecoattiviste ha preso di mira una delle opere più riconoscibili della storia dell’arte: la «Ragazza con l’orecchino di perla» di Vermeer (1665), nel museo Mauritshuis dell’Aia. Sebbene gli uomini coinvolti indossassero magliette di Just Stop Oil, l’organizzazione non ha rilasciato una dichiarazione sul suo sito web per rivendicare l’azione, né ha risposto a una richiesta immediata di commento. Un video pubblicato sui social media mostra due uomini in piedi davanti all’opera. Uno tenta di incollare la propria testa al capolavoro, che è protetto dal vetro. L’altro versa una lattina di liquido rosso non identificato sulla propria testa e su quella dell’altro manifestante, forse in riferimento a una recente azione del gruppo Just Stop Oil, in cui due attivisti hanno lanciato zuppa di pomodoro sui girasoli di Van Gogh. L’azione del 14 ottobre alla National Gallery di Londra ha alimentato molti titoli e ha provocato un ampio dibattito se la loro forma di protesta fosse giustificata. [Kabir Jhala]
Docente di antropologia Usa fa causa all’Università per esser stata vittima di ritorsioni: era contraria alla restituzione di resti scheletrici e oggetti funerari. Una docente universitaria di antropologia specializzata in osteologia (lo studio delle strutture ossee e degli scheletri), Elizabeth Weiss, ha intentato una causa contro la San José State University (Sjsu) in California sostenendo di essere stata ingiustamente oggetto di ritorsioni per aver esercitato il suo diritto alla libertà di parola, in particolare per aver espresso la sua opposizione al rimpatrio dei resti scheletrici e degli oggetti funerari dei nativi americani. Weiss, che è stata professoressa alla Sjsu per quasi due decenni, ha pubblicato il libro Repatriation and Erasing the Past con James W. Springer nel settembre 2020, in cui gli autori sostengono che il Native American Graves Protection and Repatriation Act (Nagpra) indebolisce ricerca scientifica e «favorisce la religione rispetto alla scienza». Lo statuto Nagpra è stato emanato nel 1990 e richiede che le istituzioni finanziate dal governo federale cataloghino le loro proprietà di resti umani e oggetti funerari dei nativi americani per facilitare il loro rimpatrio alle organizzazioni culturali delle popolazioni native. Weiss credeva che il libro, pubblicato dalla University of Florida Press, avrebbe incoraggiato un discorso costruttivo sul rimpatrio. Tuttavia, nella sua causa depositata il 19 ottobre di quest’anno, sostiene che la facoltà della Sjsu ha lanciato una «campagna di ritorsione» contro di lei dopo la pubblicazione del libro, pregiudicando il suo diritto alla libertà di espressione. [Gabriella Angeleti]
Spiegler se ne va da Art Basel. Lo sostituisce Noah Horowitz. Il direttore globale di Art Basel Marc Spiegler ha deciso di lasciare la fiera svizzera dopo oltre un decennio al timone. Lo ha comunicato Il 28 ottobre un comunicato stampa dell’Mch Group (la holding proprietaria di Art Basel). Per sostituirlo, Noah Horowitz, già «Director of Americas» per Art Basel dal 2015 al 2021 torna e assume il ruolo appena creato di ceo di Art Basel a partire dal 7 novembre. [Redazione]
Perrotin apre a Dubai. La galleria commerciale Perrotin aprirà uno spazio a Dubai a novembre, il suo primo in Medio Oriente. Fondata dal mercante francese Emmanuel Perrotin a Parigi nel 1990, la galleria ha sedi anche a New York, Hong Kong, Shanghai, Seoul e Tokyo. Lo spazio di 100 mq sarà situato nel Dubai International Financial Centre (Difc), una zona economica autonoma nel centro della città che consente alle imprese di pagare zero tasse sul reddito e sui profitti, o dazi all’importazione e all’esportazione. Nella zona o nelle vicinanze sono già presenti Sotheby’s, Christie’s e l’Opera Gallery. [Kabir Jhala]
I premi Rotondi ai salvatori dell’arte. Sabato 29 ottobre alle 16, nell’Auditorium comunale di Sassocorvaro (Pu), i vincitori del 24mo Premio Rotondi 2022 ritirano il riconoscimento intitolato a Pasquale Rotondi (1909-91), soprintendente di Urbino che nella seconda guerra mondiale salvò circa 10mila opere. Per la sezione Mondo ha vinto Maria Letizia Amadori, dell’Università di Urbino, che conduce analisi chimiche in Italia e all’estero in siti archeologici e su dipinti. La sezione Italia premia Ilaria Borletti Buitoni, oggi vicepresidente del Fai (Fondo Ambiente Italiano). Il premio Marche va ad Anna Cerboni Baiardi dell’ateneo di Urbino e Marzia Faietti del Kunsthistorisches Institut di Firenze, il premio Sezione Europa va a Ingrid van Engelshoven, ex ministra olandese della Cultura, quello speciale Protezione civile a Giovanni Legnini, Commissario straordinario del sisma 2016, quello della Comunicazione all’architetto francese Nicolas Detry. Premiata come mecenate Giuseppina Antognini per le donazioni al Museo del Novecento di Milano. Un ex aequo all’ex sindaco di Rimini Andrea Gnassi e, in memoria, a Gianni Giannini che era amico di Tonino Guerra. Un tributo alla memoria a Paolo Giorgio Ferri, il magistrato che dava la caccia ai trafficanti d’arte. Sempre sabato, alle 10, il Comune di Sassocorvaro Auditore inaugura il museo multimediale Pasquale Rotondi nella Rocca Ubaldinesca Sassocorvaro, nel Palazzo dei Principi di Carpegna e a Palazzo Ducale di Urbino. [Stefano Miliani]
Scoperto nel sito della Villa marittima di Lio Piccolo, nella laguna di Venezia, un antico magazzino per il sale. Il progetto di archeologia pubblica «Vivere d’Acqua» ha portato alla luce un antico magazzino per il sale, di epoca romana, nel sito della cosiddetta villa marittima di Lio Piccolo, nel Comune di Cavallino Treporti (Ve). L’edificio, una delle pertinenze rustiche della villa, aveva una particolarissima configurazione: in una fossa di fondazione larga 1,5 m e profonda altrettanto, i costruttori depositarono a coppie lunghe travi di legno, spesse 25-30 cm. Sopra di esse erano appoggiati, senza chiodi o cavicchi, numerosi robusti tronchi di quercia, ancora incredibilmente conservati (corteccia compresa), con un diametro di 60-70 cm. L’elemento di novità dello scavo del 2022, che prosegue il progetto inaugurato lo scorso anno in collaborazione con il finanziamento del Comune di Cavallino-Treporti e l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, sta nel fatto che si è riusciti a documentare un lungo periodo di occupazione del sito, che va dal I secolo d.C. al VI secolo d.C. [Redazione]
Si restaura il secondo chiostro di San Paolo a Ferrara. A Ferrara sono partiti questa settimana i lavori nel secondo chiostro di San Paolo. L’intervento, aggiudicato per 80mila euro all’impresa Esse Costruzioni, compone un quadro di tre appalti attivi nell’intero complesso dell’ex convento. Gli altri due riguardano le opere di restauro e strutturali nella chiesa cinquecentesca (3,8 milioni di euro totali), la riqualificazione dei locali storici a servizio dell’ex refettorio e i vani tecnici (realizzati dalla Belli Group per 80mila euro circa) del nuovo impianto di riscaldamento (tramite geotermia) e di condizionamento, posizionati nel cortile interno (il cortile dei carri), secondo le linee concordate con la soprintendenza. [Redazione]
Laurea Honoris Causa a Horst Bredekamp. A Torino il 27 ottobre, nell’Auditorium del Complesso Aldo Moro, il Rettore dell’Università di Torino, professor Stefano Geuna, ha conferito la laurea Honoris Causa in Filosofia allo storico dell’arte tedesco Horst Bredekamp, «il cui magistero ci ha consentito di concepire il significato fondante delle immagini in tutti gli ambiti della vita individuale e sociale». Bredekamp ha studiato storia dell’arte, archeologia, filosofia e sociologia a Kiel, Monaco, Berlino e Marburgo, dove si è addottorato in Storia dell’arte nel 1974. Dopo un periodo di attività museale alla Liebieghaus (Francoforte), dal 1976 è stato assistente e dal 1982 professore di Storia dell’arte all’Università di Amburgo. Dal 1993 insegna all’Università Humboldt di Berlino come professore di Storia dell’arte e dal 2019 come condirettore del cluster «Matters of Activity». Autore di più di 30 libri e oltre 700 articoli, è membro della Deutsche Nationalakademie Leopoldina di Halle e dell’American Academy of Arts and Science di Washington. Tra i suoi riconoscimenti, il Premio Sigmund Freud (Darmstadt 2001), il Premio Aby M. Warburg (2005), il Premio alla Ricerca Max-Planck (2006) e il Premio Schiller (2017). [Redazione]
In omaggio a Soulages, fine settimana gratis al Musée Fabre di Montpellier. Il Museo Fabre di Montpellier, che ospita un’importante collezione di opere di Pierre Soulages, sarà gratuito questo fine settimana in omaggio al pittore di fama mondiale scomparso questa settimana. Il sindaco della città, Michael Delafosse, ha dichiarato: «Montpellier non dimenticherà mai il prezioso dono che Pierre e Colette Soulages gli hanno fatto attraverso la donazione del 2005, che è all'origine stessa del rinnovamento del museo Fabre con la sua ala dedicata all’arte contemporanea». [Redazione]
Banca Sistema acquista la casa d’aste Art-Rite. Il 27 ottobre il Gruppo Banca Sistema, tramite la sua controllata Kruso Kapital Spa, ha finalizzato l’acquisizione della totalità del capitale della casa d’aste Art-Rite srl. L’acquisizione fa parte della strategia di crescita e diversificazione del gruppo e mira a un ampliamento del target di clientela potenziale. Gianluca Garbi, ad di Banca Sistema e presidente di Kruso Kapital ha dichiarato: «Siamo soddisfatti di questo ulteriore passo con il quale entriamo nel mondo delle aste arricchendo il gruppo con nuove competenze e un team specializzato nel settore». Attilio Meoli, ad di Art-Rite ha commentato: «Questa firma rappresenta per la nostra casa d’aste un’importante evoluzione nella direzione di un progetto unico nel panorama italiano». [Redazione]
Mostre che aprono
«Michelangelo e la Cappella Sistina» al Palazzo dei Priori di Viterbo. Dal 30 ottobre al 15 gennaio il Museo dei Portici del Palazzo dei Priori di Viterbo ospita la mostra «Michelangelo e la Cappella Sistina. I disegni di Casa Buonarroti in dialogo con Sebastiano del Piombo», nata da un’idea dell’assessore alla Bellezza della città laziale Vittorio Sgarbi e curata da Cristina Acidini e Alessandro Cecchi, presidente e direttore della Fondazione Casa Buonarroti di Firenze, che ripercorre il processo creativo della decorazione della Cappella Sistina (la volta fu realizzata tra il 1508 e il 1512, mentre il Giudizio Universale nel 1535-41). Accanto ai due capolavori di Sebastiano del Piombo, la «Pietà» (tavola nata dalla collaborazione con Michelangelo e che sul retro conserva schizzi difficilmente attribuibili all’uno o all’altro) e la «Flagellazione di Cristo», già conservati in un nuovo allestimento nel Palazzo dei Priori, sono esposti disegni di Michelangelo con studi di singole figure poi confluiti nei due monumentali affreschi. A corredo della mostra anche dieci tavole a bulino di Giorgio Ghisi della fine degli anni Quaranta del ’500 a testimonianza dell’ammirazione suscitata nei decenni dall’opera. [Redazione]
Meret Oppenheim al MoMA di New York. Dopo le tappe di Berna e Houston, la grande retrospettiva dedicata all’artista visionaria Meret Oppenheim (1913-85) approda al MoMA, dal 30 ottobre al 4 marzo. 180 le opere esposte, tra dipinti, sculture, collage, oggetti e disegni, il prodotto di una creatività incredibilmente versatile: Oppenheim non solo artista visiva, ma anche poetessa e designer di gioielli e accessori. La sua carriera ha inizio negli anni Trenta a Parigi: è qui che all’età di 23 anni realizza il suo lavoro più celebre, una tazza di pelo dotata di piattino e cucchiaio. Oggetto surrealista per antonomasia, verrà acquistato dal MoMA (la prima istituzione ad acquisire una sua opera) e incluso in una delle sue mostre più leggendarie: «Fantastic Art, Dada, Surrealism» del 1936-37. Organizzata cronologicamente, l’esposizione include primi lavori quali «Quick, Quick, the Most Beautiful Vowel is Voiding» del 1934 (testamento pittorico della fine della sua relazione con Max Ernst) e monumentali opere tarde, come il dipinto «New Stars» (1977-82). Conclusione ideale del percorso espositivo è l’ultima produzione di Meret Oppenheim: una serie di 12 disegni che presta il titolo alla mostra («M.O.: Mon Exposition») e in cui l’artista immagina una retrospettiva del suo stesso lavoro. [Federico Florian]
Mostre aperte
«Picasso/Sculture 1905-1962» alla Galerie de l’Institut. Picasso realizzò più di 650 sculture tra il 1902 e i primi anni ’60. La Galerie de l’Institut di Parigi ne presenta più di 70 nella mostra «Picasso/Sculture 1905-1962» che, fino al 17 dicembre, si tiene nelle due sedi parigine della rue de Seine e della rue des Beaux-Arts. Picasso (1881-1973) sperimentò diverse tecniche, dall’assemblaggio, con l’uso di oggetti del quotidiano, a tecniche più tradizionali come l’intaglio del legno e la lavorazione dell’argilla. I temi scelti per le sculture sono gli stessi presenti in pittura: ritratti, nature morte, rappresentazioni di animali. La mostra è divisa in due sezioni: «La figura» e «Il bestiario». Nella prima sono allestite tre opere di inizio secolo, tra cui «Testa di donna (Fernande)» (1909), tra le prime sculture cubiste che Picasso realizzò a partire dai ritratti della compagna dell’epoca, Fernande Olivier, e «Donna che si acconcia i capelli» (1906), una delle prime sculture primitiviste. Del 1941 è invece la monumentale «Testa di Donna (Dora Maar)». Nella seconda sezione è allestita una selezione di opere rappresentative del «bestiario» di Picasso, tra cui l’assemblaggio «Babbuino e giovane». Oltre a gufi, galli e capre, l’artista si dedicò anche ad animali mitologici, tra cui, naturalmente, il Minotauro. [Luana De Micco]
Davide Cantoni al Mann di Napoli. «Il mio percorso nasce come una sorta di archeologia del contemporaneo: le foto macinate dalla cronaca, viste da tantissime persone e dimenticate il giorno dopo, grazie al mio lavoro ambiscono a una dimensione più duratura», dichiara Davide Cantoni (Milano 1965, risiede a New York dal 1996), i cui lavori fino al 16 dicembre sono esposti al Museo Archeologico di Napoli in occasione della personale «Of Men and Giants. The Dreams of History of Elisabetta Farnese», curata da Memmo Grilli e organizzata da Blindarte. In dialogo sintonico con la Sala del Toro Farnese, è allestita una selezione di lavori tratti dalle serie «2 degrees» e «Les Étrangers»: i primi si riferiscono a tematiche legate al riscaldamento globale, mentre i secondi, nel preciso richiamo al romanzo di Albert Camus, affrontano la dimensione alienante della società contemporanea. I disegni sono sottoposti a bruciature ottenute, come di consueto nel lavoro di Cantoni, attraverso l’utilizzo di una lente di ingrandimento che intercetta i raggi solari. Proprio in prossimità del Toro Farnese sono collocate «Flag» (2022), su cui le bruciature separano i colori della bandiera ucraina; e la tela vellutata «Palmyra, Siria» (2020), su cui appaiono i resti del teatro romano distrutto dall’Isis nel 2015. [Olga Scotto di Vettimo]