Giorno per giorno nell’arte | 28 luglio 2022

A Firenze conclusi i restauri delle facciate interne del Battistero | Il museo di Riopelle in Québec | Venti di recessione sul mercato dell’arte contemporanea | Il Museo Egizio si prepara al bicentenario | I demoni di Blake invadono Londra | Primo presidente di colore per il Dallas Museum of Art | Il più antico relitto della Gran Bretagna | Riaperture da Ferrara ad Agrigento | La giornata in 14 notizie

Il Battistero di Firenze durante il restauro della scarsella o abside. Cortesia Opera di Santa Maria del Fiore, foto Claudio Giovannini
Redazione |

A Firenze sono terminati i restauri della facciate interne del Battistero, iniziati nel 2017 ma rallentati dalla pandemia. Il prossimo intervento, previsto per l’autunno e caratterizzato da uno speciale ponteggio che renderà il cantiere visitabile, riguarderà lo splendente mantello duecentesco in mosaico d’oro che riveste internamente la cupola. «Già ora è evidente la differenza tra i mosaici restaurati della scarsella e dei matronei e quelli del soffitto», rileva l’architetto Beatrice Agostini, responsabile dell’ufficio restauri di Opera di Santa Maria del Fiore (Opa). «L’intervento, che ha riguardato non solo le decorazioni superficiali ma anche il consolidamento strutturale, oltre a evidenziare aspetti tecnici di assoluta originalità come la tessitura estremamente minuta dei mosaici della scarsella e l’inserimento di materiali come pasta vitrea e corallo, ci ha condotto a porci nuove domande sulla storia dell’edificio. I futuri lavori potranno forse aiutarci a capire meglio, ad esempio, la sua controversa datazione e la provenienza delle tessere d’oro, che potrebbe non essere veneziana come si è sempre supposto». I lavori sono stati finanziati da Opa per 2 milioni 600mila euro, cui si è aggiunto un contributo di 100mila euro da parte della Fondazione non profit Friends of Florence. Gli interventi sulle pareti hanno anche consentito la pulitura del donatelliano monumento funebre dell’antipapa Giovanni XXIII e del pavimento in tarsie marmoree con l’antica ruota zodiacale. [Elena Franzoia]

Un museo dedicato a Jean-Paul Riopelle (1923-2002) nel Québec. Lo propone la vedova dell’artista, Huguette Vachon, costerebbe 3,3 milioni di dollari e sarebbe situato sull’Isle-aux-Grues, un’isola nel fiume St. Lawrence, adiacente all’Île-aux-Oies, dove Riopelle, tra i più quotati artisti canadesi, si ritirò a dipingere gli ultimi anni della sua vita. Il museo si estenderebbe su circa 280 metri quadrati e, se la pianificazione e la raccolta fondi procederanno senza intoppi, potrebbe aprire entro l’estate del 2024. Progettato dallo studio di architettura Atelier Pierre Thibault, ospiterà inizialmente le opere della collezione di Vachon, ampliata in seguito. «Si tratta di un progetto modesto nelle dimensioni, ma significativo per il modo in cui ancorerà l’opera di Riopelle al paesaggio che lo ha ispirato», afferma l’architetto Pierre Thibault. [Benjamin Sutton]

Dopo Leonardo Di Caprio, Donatello incanta anche Jeff Koons, immortalato a visitare la mostra a Palazzo Strozzi in compagnia di Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi che sei mesi fa ha ospitato la personale «Shine» dello stesso Koons. L’artista americano ha dichiarato di considerare Donatello uno dei «maestri fondamentali e pietra miliare della formazione per la sua straordinaria capacità di sperimentare con i materiali e allo stesso tempo di investigare la dimensione umana e psicologica». Patti Smith, invece, dopo essersi esibita in un apprezzatissimo concerto al Teatro Grande degli Scavi di Pompei, ha visitato Napoli, ammirando la Cappella Sansevero e poi la quadreria del Pio Monte della Misericordia, dove è rimasta in estasi davanti al capolavoro del Caravaggio . Un tour speciale guidato da Mario Quarantiello, responsabile dell’Archivio storico del Pio Monte. [Redazione]

Riapre dopo tre anni la Cattedrale di Ferrara: da fine settembre sarà parzialmente visibile con la mostra «Il cantiere della cattedrale», che racconterà i lavori ancora in corso e le scoperte artistiche rinvenute, il recupero dei pilastri settecenteschi, dal punto di vista strutturale ed artistico, e i capitelli medievali ritrovati sotto l’involucro, documentati da totem e con ricostruzioni in 3D fruibili tramite smartphone. La mostra sarà introdotta da un video di 15 minuti che contestualizzerà la cattedrale nel tessuto urbano cittadino. Tra le opere conservate nella cattedrale anche il gruppo del Baroncelli e di Paris, attualmente in prestito alla mostra fiorentina su Donatello. L’apertura definitiva è prevista per il giubileo del 2025. [Redazione]

Secondo molti osservatori è altamente probabile che la recessione tocchi anche il mercato dell’arte, sebbene potrebbe volerci un po’ più di tempo. La maggior parte del pessimismo proviene dagli Stati Uniti, motore in continua crescita del mercato mondiale dell’arte, dove un rallentamento dell’attività si ripercuoterebbe in tutto il mondo. Nonostante il crollo delle criptovalute, resta la convinzione diffusa che il profilo di investimento sicuro dell’arte non sia correlato alle variabili quotidiane dei mercati finanziari. Ma l’arte contemporanea speculativa e gli Nft, sorti al suo fianco, sono altamente volatili e difficilmente possono essere viste come rifugi sicuri. L’arte più affermata potrebbe non essere così sensibile a un crollo di Bitcoin o di azioni tecnologiche, ma ciò è in gran parte dovuto alla sua intrinseca illiquidità, il che non ne fa l’opzione migliore per iniziare ad arginare le perdite in caso di necessità di fare «cassa». [Melanie Gerlis]

La Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito della pluriennale collaborazione istituzionale con la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, pubblica sulla piattaforma Concorrimi dell’Ordine degli Architetti di Milano, un concorso per progettare l’ampliamento e il rinnovamento della corte interna del Palazzo del Collegio dei Nobili e la conseguente riorganizzazione degli spazi in vista delle celebrazioni del bicentenario del Museo Egizio nel 2024. «Il progetto della copertura della corte barocca, che si trasformerà in una nuova agorà accessibile gratuitamente a tutti. Con un progetto a cavallo tra archeologia, botanica e digitalizzazione, porteremo il paesaggio del Nilo nel centro di Torino, nella corte e poi nell'ipogeo del Museo dove i visitatori grazie alle moderne tecnologie digitali si ritroveranno letteralmente immersi nell'antichità e nella storia», dichiarano la presidente e il direttore del Museo Egizio, Evelina Christillin e Christian Greco. [Redazione]

Le mostruose e terrificanti figure e da incubo di William Blake prendono vita nel centro di Londra nella nuova esperienza di realtà aumentata «United Visions» creata per il Getty Museum della California, lanciata su App Store il 26 luglio e mostrata al pubblico per la prima volta nel nuovissimo Apple Store, a Brompton Road a Londra, il 28 luglio. Per animare le creazioni artistiche di Blake, Tin Nugyen e il suo partner artistico Ed Cutting, del collettivo di artisti e tecnologi creativi Tin&Ed, formatosi in Australia con sede a New York, hanno lavorato con il produttore hiphop statunitense Just Blaze. Sei le ricostruzioni tridimensionali animate che girano a grandezza naturale nell’auditorium dal soffitto a specchio dell’Apple Store. [Louis Jebb]

È ormai introvabile l’edizione Lego della «Notte stellata» di Vincent van Gogh, in commercio da maggio. L’idea era stata proposta da Truman Cheng, un dottorando di Hong Kong che aveva partecipato a Lego Ideas, progetto con cui l’azienda consente alle persone di suggerire idee per possbili kit.  Il prodotto è stato realizzato  da Lego in collaborazione con il MoMA di New York, che possiede l’opera originale, e con il Vincent van Gogh Estate, che ha recentemente indirizzato il lavoro dell’artista a un pubblico nuovo convertendo il famoso dipinto in una forma tangibile e da collezione. [Artnet]

Gowri Natarajan Sharma è la neo presidente del Dallas Museum of Art, prima persona di colore a rivestire la carica in 119 anni di storia del museo. Sharma era nel cda dal 2017 ed è membro del comitato acquisizioni. Con una dotazione di circa 270 milioni di dollari, il DMA è uno dei più grandi musei del Paese. In seguito all’omicidio di George Floyd nel 2020, l’Art Institute of Chicago e il Walker Art Center sono stati tra i primi a nominare persone di colore in posizioni apicali. Denise Gardner, che attualmente presiede l’Art Institute, è stata la prima donna di colore a guidare il consiglio di un museo statunitense. Il cambiamento vuole anche attrarre un gruppo più giovane e diversificato di mecenati. [Artnews]

Le miniere dell’Argentiera tra Sassari e Alghero erano usate fino agli anni Sessanta per estrarre minerali di piombo e zinco ricchi di argento, poi sono state abbandonate. Oggi sono al centro di un progetto di rigenerazione urbana per tutelarle e trasformarle in un luogo di produzione di cultura. «Una parte del progetto è stata inaugurata in luglio nell’ambito di “Mar-Miniera Argentiera. The unlimited place”, selezionata tra 1.563 candidature in tutta Italia e vincitore della terza edizione del premio “Creative living lab”, promosso dal Ministero della Cultura per il sostegno di progetti multidisciplinari e di innovazione sociale. Si tratta di una struttura in gradoni costruita in legno e arricchita dagli interventi pittorici di Tellas, al secolo Fabio Schirru, uno street artist sardo di fama internazionale» si legge su «Sardiniapost».

Riapre al pubblico il più antico arco a tutto sesto d’Italia, la Porta Rosa nel Parco Archeologico di Velia, in un tratto chiuso a seguito di un incendio nel 2017. Costruito nelo IV secolo a.C. era parte di un viadotto che collegava le due sommità naturali dell'acropoli di Elea. Tra importanti riaperture archeologiche da segnalare anche la villa romana di Publius Annius ad Agrigento, di epoca imperiale con importanti mosaici. Costruita da Publius Annius, prestigioso esponente di una gens di Agrigento attiva nel settore dello zolfo, e sottoposta a restauri, era finemente decorata al suo interno e possedeva terrazze che scendevano sino al mare. Le tegole sul tetto erano tutte decorate con il monogramma del proprietario. [Redazione]

Gli archeologi marittimi della Bournemouth University hanno scoperto i resti di una nave medievale e del suo carico risalenti al XIII secolo al largo della costa del Dorset. È un reperto estremamente raro, non sono noti relitti di navi marittime dall’XI al XIV secolo nelle acque inglesi. È il primo sito di relitto designato dagli inglesi, in cui è possibile vedere i resti dello scafo. La nave è stata scoperta nella baia di Poole, ai margini dello Swash Channel, dallo skipper locale di barche charter Trevor Small di Rocket Charters. La nave realizzata con assi di legno sovrapposte trasportava un carico di pietra di Purbeck, una forma di calcare composta da gusci densamente imballati di lumache. Tra gli oggetti trovati un calderone per cuocere il cibo, e due lastre di lapide in marmo. È tra i relitti più antichi del Paese. [Bournemouth University]  

Mostre che aprono
La mostra performance sperimentale e d’avanguardia  «La mente meditante», debutta al MaXXI di Roma dal 20 al 24 settembre. Nata dall’inedita cordata tra il MaXXI, guidato da Giovanna Melandri, l’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) con il professor Giacomo Rizzolatti, scopritore dei neuroni specchio e Daniel Lumera, biologo naturalista e autore di best-seller, le attività neurali del cervello diventeranno arte. Grazie alla scienza e alle più avanzate tecnologie di monitoraggio neuronale, l’invisibile diventerà visibile. Gli ospiti si sottopongono a una meditazione di 7 ore al giorno per 5 giorni: opere immediate, quindi, proiettate su un grande schermo in tempo reale sotto forma di colori (dal blu al rosso, dal freddo al caldo);  forme artistiche che collegano tre linguaggi diversi, arte, scienza e meditazione: un ponte tra antiche pratiche millenarie e le più avanzate scoperte delle neuroscienze. [Tina Lepri]

Mostre aperte
Nella Casa De Rodis di Domodossola fino al 4 settembre è possibile visitare il nuovo percorso espositivo «Tra Ottocento vigezzino e arte contemporanea». Organizzato da Collezione Poscio e Fondazione Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini, l’allestimento, curato da Giorgio Caione e impostato sui tre generi più frequentati dagli artisti nei secoli (Paesaggio, Ritratto, Natura morta), si propone d’instaurare uno stimolante confronto tra pittura ottocentesca e arte contemporanea. Ispirandosi al celebre «Tutta l’arte è stata contemporanea» di Maurizio Nannucci:, il curatore sviluppa le sue intenzioni attorno a una dialettica tra punto di partenza (la pittura vigezzina dell’Ottocento) e punti di arrivo e ripartenza, cercando di creare un gioco di suggestioni e risonanze nel quale paesaggi en plein air stanno a fianco di foto Polaroid o satellitari, nature morte postimpressioniste dialogano con le nature morte in poliuretano espanso di Piero Gilardi e via elencando. In una sorta di viaggio nel nuovo che, come ricorda Caione, «non è solo il nostro, di nuovo», la mostra giustappone dipinti dei maestri vigezzini (Alfredo Belcastro, Camillo Besana, Stefano Biotti, Enrico Cavalli, Giovanni Battista Ciolina, Carlo Fornara, Lorenzo Peretti Jr, Gian Maria Rastellini, Giacomo Rossetti) e opere di artisti del XX e XXI secolo, tra cui Cornelia Badelita, Hubert Blanz, Enzo Cucchi, Otto Dix, Sea Hyun Lee, Robert Mapplethorpe, Aldo Mondino. La rassegna s’inserisce all’interno di «Val Vigezzo. La Valle dei Pittori», una progettualità pluriennale legata alla valorizzazione del territorio ossolano, sostenuta dal bando «In Luce» di Fondazione Compagnia di San Paolo e vòlta a stringere relazioni con l’arte contemporanea e la ricerca culturale più attuale tramite residenze artistiche, borse di studio, ricerche d’archivio, progetti di rete e mostre. [Alessandra Ruffino]

La mostra di Jayson Musson «His History of Artal», Fabric Workshop and Museum di Filadelfia fino al 13 novembre, unisce alla nostalgica familiarità delle sitcom per bambini un corso accelerato di storia dell’arte, condotto attraverso un interpretazione satirica dell’artista. Nell’omonima video installazione a tre canali, il rauco burattino Ollie si siede con l’alter ego di Musson, Jay, per discutere se l’arte sia importante. Il burattino, con gli occhi da pallina da ping-pong, così come la scenografia, gli oggetti di scena ei costumi, sono stati tutti realizzati internamente presso il laboratorio del museo. Una parte della mostra è il set del film dove la versione animatronica di Ollie è appollaiata sul divano, circondata dalle riproduzioni video di opere d’arte storiche. [Osman Can Yerebakan]

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