Giorno per giorno nell’arte | 26 aprile 2022

Global warming e collezionismo | Bobbio dietro la Gioconda | Shanghai contro le restrizioni «maoiste» | La giornata in 14 notizie

 «Summer Celebration» (1991) di  Emily Kame Kngwarreye Cortesia di Sotheby’s
Redazione |

Gli effetti del riscaldamento globale stanno avendo un impatto sui conti bancari dei collezionisti, specialmente negli stati soggetti a disastri come la California e la Florida, dove le condizioni catastrofiche sono diventate la norma e l’assicurazione per le opere d’arte diventa sempre più costosa, con polizze difficili da ottenere (o rinnovare) contenenti nuove restrizioni. Il costo annuale delle polizze è aumentato fino al 40% e i premi per la copertura assicurativa per le belle arti dal 5% al 12%, secondo i dati della Berkley Asset Protection di New York, compagnia assicurativa specializzata in belle arti, gioielli e altri beni di valore, personali e commerciali. Anche il Covid, con l’aumento dell’inflazione ha fatto la sua parte. Secondo Claire Marmion, amministratore delegato e fondatore di Haven Art Group, «La concentrazione di collezioni di valore corrisponde ai luoghi più soggetti a eventi catastrofici, come Florida, California (in particolare Los Angeles) e l’area dei tre stati del Connecticut, New Jersey e New York». «Gestire il rischio» è così diventato il nuovo slogan del settore assicurativo per le belle arti, con nuove contrattazioni di polizze e franchigie. [Daniel Grant]

Nuove prove a supporto della tesi della ricercatrice Carla Glori, secondo cui a fare da sfondo a una delle opere più iconiche della storia dell’arte universale, la «Gioconda» di Leonardo, sarebbe Bobbio, con il Ponte Gobbo e il paesaggio della Val Trebbia visti dal castello di Malaspina-Dal Verme. La teoria si un team di ricerca guidato dal paleontologo Andrea Baucon (Università di Genova) con Girolamo Lo Russo (Museo di Storia Naturale di Piacenza), collocherebbe nell’appennino piacentino l’area in cui Leonardo da Vinci avrebbe iniziato gli studi sui fossili. «Gli studi condotti sugli icnofossili (impronte di antichi esseri viventi) hanno provato che le medesime forme nella pietra sono state studiate e riprodotte da Leonardo nel Codice Leicester si trovano in Bobbio, raggiungibile facilmente da Leonardo a schiena d’asino», scrive Carla Glori. [Redazione]

Gli operatori artistici di Shanghai denunciano gli effetti del rigido lockdown e l’approccio intransigente del Governo Cinese, paragonato all’era maoista. «Siamo stati chiusi per oltre un mese e non è chiaro quando potremo riaprire, afferma un gallerista di Shanghai. Questo blocco colpisce principalmente la città e la sua scena artistica». Si è impossibilitati a spedire le opere alle fiere d’arte. «A breve e medio termine sarà molto complicato pianificare le cose, soprattutto se ci saranno blocchi intermittenti nei prossimi mesi». Oltre 500mila infezioni a Shanghai dalla fine di marzo hanno provocato 138 morti per Covid, di cui la stragrande maggioranza sono anziani non vaccinati. Nel frattempo si sono verificati almeno 155 decessi a causa del blocco. Striscioni di protesta diventati virali su Weibo (il Facebook cinese), sono stati cancellati, ma il passaparola di 26 milioni di residenti vince la censura. [Lisa Movius]

Sarà presentato domani, nella Sala Capitolare del Museo di Sant’Eustorgio a Milano, il restauro degli «Apostoli» di Giuseppe Vermiglio (1587 ca-post 1635), conservati proprio in quella sala del Museo. Realizzato (grazie a un accordo tra Museo e Accademia di Brera) dagli studenti dell’Accademia, sulla scorta di complesse indagini preliminari e con il supporto della Soprintendenza, il lavoro si concluderà, con gli ultimi dipinti, nel prossimo gennaio. Nel frattempo, l’intervento sui primi ha rivelato la piena autografia di queste tele, giunte qui per donazione, opera di quest’autore che fu un precoce divulgatore del linguaggio caravaggesco, riscoperto solo negli scorsi anni ’80 grazie a una precedente intuizione di Roberto Longhi. [Ada Masoero]

La National Gallery of Victoria (NGV) di Melbourne ha ricevuto una donazione di 100 milioni di dollari australiani (corrispondenti a 74 milioni di dollari americani) per costruire un nuovo edificio destinato a diventare il più grande museo d’arte contemporanea in Australia. Si chiamerà The Fox: NGV Contemporary, dal nome del magnate degli autotrasportatori Lindsay Fox, che insieme alla moglie Paula Fox (membro del consiglio di amministrazione della NGV Foundation), fece la donazione, la più grande mai fatta a un museo australiano da un privato vivente. Il museo di 30mila metri quadrati sulla Southbank di Melbourne sarà progettato dallo studio di architettura Angelo Candalepas di Sydney e comprenderà circa 13mila metri quadrati di spazio espositivo, oltre a una terrazza panoramica, laboratori di conservazione e un centro educativo. L’apertura è prevista per il 2028. [Gabriella Angeleti]

È stata rinviata a data da destinarsi la 45ma riunione annuale del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’organizzazione Unesco, che avrebbe dovuto svolgersi a giugno nella città russa di Kazan dal 19 al 30 giugno. L’incontro annuale è il luogo in cui vengono approvate le nuove aggiunte all’elenco dei siti del patrimonio mondiale, un’impresa fondamentale per l’Unesco. Sebbene molti avessero sostenuto il trasferimento dell’incontro in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, l’Unesco ha invece deciso di rinviarlo a tempo indeterminato. [Wallace Ludel]

È stato presentato venerdì 22 aprile, a cura dell’Associazione Italia Langobardorum, il nuovo «Piano di Gestione 2022-27» del sito seriale Unesco «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)», articolato in 13 progetti congiunti (che coinvolgono i sette territori Unesco) e numerosi progetti locali, per un totale di 126 progetti impostati su cinque tematiche: il miglioramento infrastrutturale, con la creazione di nuovi percorsi e il potenziamento dell’accessibilità ai monumenti; la divulgazione della storia, cultura e del patrimonio intangibile, attraverso ad esempio l’organizzazione di incontri e conferenze, la predisposizione di piani di comunicazione e l’allestimento di mostre in sedi nazionali e internazionali, che servano a sensibilizzare e diffondere la conoscenza della civiltà longobarda; la collaborazione con scuole, università, enti di ricerca, con l’attivazione di laboratori didattici e la promozione dell’attività di studio dei siti; gli interventi di conservazione e valorizzazione della core zone, con la necessaria pianificazione di azioni di manutenzione e restauro dei beni; gli interventi di valorizzazione della buffer zone e la progettazione socio-economica. [Redazione]

Il Museo Archeologico Nazionale delle Marche di Ancona, istituto della Direzione Regionale Musei Marche guidato dall’archeologo Diego Voltolini, ha cambiato logo per una comunicazione più aggiornata e chiara con il pubblico. «Il metrino nero-bianco-nero, utilizzato nella fotografia archeologica, è l’elemento alla base dell’identità della nuova veste grafica», spiega in una nota il responsabile della Direzione regionale e storico dell’arte Luigi Gallo. La scritta dagli elementi grafici essenziali, «MAN MARCHE», è stata realizzata con lo Studio SS16 del capoluogo marchigiano. [Stefano Miliani]

I dipinti dell’espressionista astratto George Morrison sono raffigurati nella serie di francobolli USPS Forever Stamps, come omaggio alla sua influenza sulla scena artistica americana. MPrima di lui Andy Warhol, Andrew Wyeth, Ruth Asawa e altri influenti colleghi, della cui opera questi francobolli costituiscono un importante riconoscimento. Di Morrison, che era anche un appassionato collezionista di francobolli, figureranno «Sun and River» (1949), «Phenomena Against the Crimson: Lake Superior Landscape» (1985), «Lake Superior Landscape» (1981), «Spirit Path, New Day, Red Rock Variation: Lake Superior Landscape» (1990) e «Untitled» (1995). [Artnet]

Sono 102 i lotti dell’asta di arte aborigena australiana che Sotheby’s ha spostato dal periodo invernale al mese vetrina di maggio, il 25 a New York, per la precisione. L’appuntamento è lanciato come un «Greatest Hits» con dozzine di grandi nomi dell’arte indigena australiana moderna e contemporanea. Tra questi William Barak, Rover Thomas e Regina Pilawuk Wilson. Poi le scuole di pittura del deserto australiane, da Papunya Tula Artists (rappresentato da George Tjungurrayi e altri) alle APY Lands (Ginger Wikilyiri), fino a Emily Kame Kngwarreye, a cui gagosian ha recentemente dedicato una mostra. [Redazione]

Mostre che aprono
In mostra a Baghdad, in una sala del Ministero della Cultura, i pionieri dell’arte contemporanea irachena. Un centinaio le opere restituite e restaurate quasi due decenni dopo il loro saccheggio. Molte, comprese quelle dei noti artisti Jawad Selim e Fayiq Hassan, erano scomparse nel 2003 quando musei e altre istituzioni sono stati saccheggiati nel caos seguito all’invasione guidata dagli Stati Uniti per rovesciare Saddam Hussein. Migliaia di pezzi rubati erano stati immessi nel mercato da reti criminali organizzate, spesso venduti al di fuori dell’Iraq. Rintracciati in Svizzera, Stati Uniti, Qatar e Giordania, sculture e dipinti risalenti agli anni Quaranta e Sessanta sono ora visibili in mostra: «Queste opere fanno parte della storia dell’arte contemporanea in Iraq», ha affermato il funzionario del ministero Fakher Mohamed. [Redazione]


Mostre che chiudono
In principio era il Po, con le sue storie, le sue persone, i suoi miti (quelli veri, pieni di vita, di umori anche grevi ma spesso geniali, quelli di Gioanbrerafucarlo valgano per tutti, non certo quelli taroccati di politicanti di basso profilo). E con le sue immagini, che hanno fatto la storia del cinema e quella della fotografia italiani, almeno dal dopoguerra agli anni Ottanta del Novecento, da Zavattini a Ghirri, per non dirne che due: Paolo Simonazzi, che non ha mai avuto paura di confrontarsi con le tematiche popolari, omaggia oggi tutto questo nella mostra «l filo e il fiume» a Palazzo Pigorini di Parma (fino all’8 maggio, a cura di Andrea Tinterri e Ilaria Campioli) e nel volume dal medesimo titolo che l’accompagna (con testi di Davide Papotti e Francesco Zanot, Silvana Editoriale). Come d’abitudine, la leggerezza dello sguardo di Simonazzi trasforma ogni immagine nel tassello di una composizione nella quale convivono differenti, e non scontati, racconti fotografici. [Walter Guadagnini]

Nel Museum of Indian Arts and Culture di Santa Fe, in New Mexico, 130 opere di 33 artisti indigeni, provenienti da 26 tribù di Stati Uniti, Canada e Pacifico, e del celebre artista del vetro Dale Chihuly esaminano tecnica ed estetica di uno dei materiali più flessibili dell’arte e del design: il vetro. Opere d’arte contemporanea, vasi, scatole, totem, animali, figure umane, mosaici, maschere e vari oggetti unici incarnano il contenuto intellettuale delle tradizioni native e la loro evoluzione espresse con questo materiale: «L’iconografia nativa ha una storia, una tradizione e una continuità nel design, ma gli artisti contemporanei, forse in misura molto maggiore rispetto ai primi artisti nativi, si sentono liberi di usare il proprio senso creativo», spiega Letitia Chambers, ex ceo dell’Heard Museum di Phoenix, curatrice della mostra insieme all’artista e consulente museale Cathy Short. La mostra è visitabile fino al 16 giugno. [Kimberly Hatfield]

Addii
Si è spento il 23 aprile a 89 anni lo scultore pisano Franco Adami, che nell’arco della sua lunga carriera ha realizzato numerose opere monumentali in Francia e in Medio Oriente, ad Abidjan per la residenza del Presidente della Repubblica della Costa d’Avorio e per la Corte d’Onore della Presidenza della Repubblica del Togo a Pya. Artista di fama internazionale, ha esposto in Italia e in Europa ed ha avuto la sua consacrazione a Parigi, dove si svolgono i funerali, la sepoltura a Calci, sua città natia. [Redazione]

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