Giorno per giorno nell'arte | 21 ottobre 2021

Nel giorno di apertura della Fiac, ecco come cambiano le fiere | Laurent Le Bon rimanda i lavori al Beaubourg al 2024 | L'urna di Monte Abatone torna a Villa Giulia | La giornata in 15 notizie

L'urna di Monte Abatone, tornata esposta a Villa Giulia
Redazione |

Nel giorno di apertura della Fiac Harry Bellet analizza i tentativi di reinventarsi delle fiere d'arte internazionali, colpite ultimamente dalla pandemia che ha limitato la circolazione dei collezionisti. [Le Monde]

Il neopresidente del Centre PompidouLaurent Le Bon, ha rimandato i lavori di ristrutturazione del Beaubourg dopo i Giochi Olimpici del 2024. Slitta quindi la chiusura triennale prevista dal 2023. [Le Figaro]

Al termine del restauro la pregiata urna di Monte Abatone, raffigurante una donna etrusca vissuta oltre 2.500 anni fa, è tornata visibile al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. [AgCult]

Un rapporto dell'Interpol documenta l'aumento durante i mesi della pandemia di scavi illegali di beni artistici nel mondo. Per esempio in Africa sono passati dai 44 del 2019 a 153 nel 2020. [ArtNews]

Grido d'allarme per i resti di una moschea del IX secolo situata presso Antequera, un comune spagnolo a nord di Malaga. Secondo gli esperti il monumento, dichiarato bene di interesse culturale nel 2008, necessita di un urgente intervento conservativo. [El País]

Dopo  il restauro è tornato ai Musei Reali di Torino «Amedeo VI presenta a Urbano V il patriarca di Costantinopoli», dipinto del 1849 dell'artista livornese Tommaso Gazzarrini gravemente danneggiato nel 1997 durante l’incendio della Cappella della Sindone.

In Bretagna gli archeologi stanno scavando a fondo la necropoli megalitica di Coëby: fu occupata per 2mila anni, dal Neolitico all'Età del Bronzo. [Le Figaro]

In occasione della sua mostra «Lo spazio della memoria» alla Galleria Fidia di Roma, Sara De Simone ha intervistato Giosetta Fioroni nel suo studio di Trastevere. [il manifesto]

Jaume Plensa ha installato sul fiume Hudson, di fronte a Manhattan, un'enorme scultura di una bambina che porta l'indice alla bocca invitando al silenzio. È la prima di tre opere che l'artista barcellonese inaugurerà negli Usa in un mese. [El País]

Con l'annuncio della proroga della mostra «Una pagana felicità. Massimo Campigli e gli Etruschi», visitabile fino al 16 gennaio Palazzo Franchetti a Venezia, è stato presentato al pubblico in anteprima assoluta il «Viaggiatore etrusco», un frammento di lastra di terracotta dipinta rientrato recentemente in Italia dal mercato antiquario internazionale. [Veneziatoday.it]

La mostra «Michelangelo: l’effigie in bronzo di Daniele da Volterra» a cura di Cecilie Hollberg, che avrebbe dovuto inaugurarsi nel dicembre 2021 alla Galleria dell’Accademia di Firenze, è stata posticipata al 15 febbraio 2022.

Una scultura di Gillian Wearing raffigurante Diane Arbus in bronzo a grandezza naturale è stata collocata in una piazza di Central Park per lanciare la retrospettiva che aprirà il 5 novembre al Guggenheim di New York. [Fad-Magazine]

La fiera tedesca di arte contemporanea Art Cologne offre un 34% di sconto sul costo degli stand per la sua edizione 2021, trasferendo integralmente agli espositori i sussidi governativi ricevuti. [The Art Newspaper]

Aprono oggi

È Björn Blauensteiner il curatore della mostra «L’età di Dürer. L’Austria alle porte del Rinascimento» (21 ottobre-30 gennaio) con cui il Belvedere Inferiore di Vienna indaga il poco studiato periodo di transizione tra Gotico e Rinascimento nel cuore della Mitteleuropa. Qui il Cinquecento fu segnato da significativi cambiamenti sociali e culturali, analizzati nel catalogo dal medievista dell’Università di Vienna Herwig Weigl, indissolubilmente legati a quella famiglia degli Asburgo che troverà definitiva consacrazione con l’imperatore Massimiliano I. Le scoperte dell’arte italiana portarono a un cambiamento della funzione stessa dell’arte, che da devozionale si fece sempre più portatrice di valori laici ed estetici come dimostrano molte delle opere esposte, provenienti non solo dalle collezioni del Belvedere e appositamente restaurate, ma anche da prestiti internazionali. A capolavori di Dürer come la «Strada del Brennero nella valle dell’Isarco», oggi nelle collezioni spagnole dell’Escorial, Blauensteiner accosta non solo opere di celebri maestri come il «Paesaggio di montagna» di Albrecht Altdorfer o il «San Francesco che riceve le stimmate» di Lucas Cranach il Vecchio, ma anche sculture, disegni, stampe e medaglie realizzati da artisti meno noti, dimostrando l’alto livello raggiunto dalle botteghe austriache. [Elena Franzoia]

«Andai a Parigi e divenni italiano», ricordava nel 1961 Mario Tozzi (1895-1979), uno dei sette Italiens de Paris a cui è dedicata alla Fondazione Accorsi-Ometto, dal 21 ottobre al 30 gennaio, «Parigi era viva», mostra curata da Nicoletta Colombo e Giuliana Godio. Nel quinquennio 1928-1933, i «dioscuri» de Chirico e Savinio, insieme a Filippo de Pisis, Renato Paresce, Gino Severini, Massimo Campigli e Tozzi, furono protagonisti nella Ville Lumière di una stagione memorabile sia nell’ambito delle loro carriere individuali, sia nel contesto della storia artistica dell’epoca. Al di là delle diversità di stile e temi, i linguaggi dei Sette, «declinati tra il classico e il meraviglioso, tra il reale, il metafisico e il fantastico», diventarono (nota Nicoletta Colombo) «ingredienti di un mix propizio alla nascita di una nuova mitologia moderna». L’inizio della vicenda parigina dei Sept data al 1928, anche se tutti erano da tempo in città: Severini dal 1906, de Chirico, giunto una prima volta nel 1911, vi era tornato nel 1924, Alberto Savinio vi aveva soggiornato nel 1910 e nel 1926, Paresce era arrivato nel 1912, Tozzi e Campigli nel 1919, De Pisis nel 1925. Una selezione di circa 70 opere, ordinate in sette sezioni (una per artista), si propone di rievocare il clima artistico e letterario di quel passaggio tra fine anni ’20 e primi anni ’30 in cui si ebbe un fecondo incontro/scontro di tradizione e avanguardia. Il titolo dell’esposizione cita e omaggia un passo dell’autobiografia del critico d’arte catanese Gualtieri di San Lazzaro (1908-1974), fondatore della rivista «XXe siècle» e influente figura nella Parigi cosmopolita di allora, ove si era trasferito nel 1924, anno dell’andata in scena dell’Étoile au front di Raymond Roussel, uno che compì all’inverso il viaggio Parigi-Sicilia e che di mix tra reale e fantastico fu maestro insuperabile. [Alessandra Ruffino]

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