Giorno per giorno nell’arte | 19 maggio 2022
Gurr Johns Capital entra in un mercato da 24 miliardi di dollari | Palazzo della Rovere mette il papa contro Bill Gates | 225 milioni di dollari: asta record di Phillips | Art Council a rischio | Michelangelo da 20 milioni | Che fare con i grandi capitali dell’arte provenienti da dubbi regimi | La giornata in 15 notizie

Gurr Johns lancia Gurr Johns Capital, una società finanziaria specializzata con sedi in Inghilterra, Stati Uniti, India e Hong Kong, che garantisce «soluzioni finanziarie innovative e flessibili per i clienti nel mercato globale dell’arte, del lusso e degli oggetti da collezione di alto valore», spiega Johns. Il gruppo internazionale di valutazione e consulenza artistica offre già prestiti, ma la nuova società finanziaria migliora questo servizio su base scalabile, sviluppando nuovi prodotti per capitalizzare la reputazione e l’influenza del marchio, espandendo al contempo i servizi alla sua rete di alto patrimonio netto clienti. «Il mercato dei prestiti d’arte vale oltre 24 miliardi di dollari, è triplicato in otto anni e continua a crescere. Con Gurr Johns Capital, stiamo estendendo ulteriormente i nostri servizi di consulenza a clienti privati, commerciali e istituzionali». Gurr Johns Capital si posiziona come un ibrido tra i prestatori puramente garantiti da attività e le banche focalizzate sul credito: «Non essere né una casa d’aste né una banca ci consente di fornire prestiti più flessibili offrendo allo stesso tempo una consulenza strategica specialistica». [Ivan Macquisten]
Prosegue la scia dei record nelle aste primaverili newyorkesi. Questa volta lo scettro è passato a Phillips, che nella vendita serale di arte del XX secolo e contemporanea tenuta ieri ha incassato un totale di 225 milioni di dollari, cifra che si classifica come la vendita di maggior successo nella storia della casa d’aste. Da record anche la presenza di artiste in asta, 14 su 31. Nuovo record per Yayoi Kusama, il cui dipinto «Infinity Net» del 1959 ha lasciato la sala per 10,5 milioni di dollari (stima di 5-7 milioni di dollari). Top lot della serata il monumentale dipinto di quasi 5 metri realizzato da Basquiat nel 1982, venduto in una manciata di minuti a 85 milioni di dollari. [Daniel Cassady]
Dopo le sanzioni agli oligarchi russi, omaggiati a lungo e caldamente per la loro spesa nelle arti e ora non più graditi, che ne sarà dei filantropi e collezionisti provenienti da altri regimi di dubbia reputazione? Il più importante di tutti è il miliardario londinese Roman Abramovich, che nel 2008 ha speso 120 milioni di dollari in una settimana per opere di Francis Bacon e Lucian Freud alle aste di New York. Secondo Transparency International UK (TIUK), il Regno Unito è stato per anni la destinazione privilegiata di «ricchezze sospette e illecite», in particolare dalla Russia, ma anche da Ucraina, Cina, Nigeria, Azerbaigian e Kazakistan. Commercianti e specialisti delle case d’aste, parlando in modo anonimo, riferiscono poche attività dai loro clienti russi. Se ci saranno vendite è molto probabile che si tratti di discrete dispersioni private, condotte nell’anonimato senza richiesta di un porto franco. È stato un enorme shock per il sistema: la brutalità dell’invasione russa dell’Ucraina ha costretto il mondo dell’arte a mettere in discussione l’opportunità di fare affari con alcuni dei suoi più stimati acquirenti internazionali. Domande simili potrebbero essere poste su alcuni dei suoi altri clienti eticamente impegnativi. [Martin Bailey]
Bill Gates vuole trasformare l’antico Palazzo della Rovere di fine 1400 a San Pietro in hotel a 5 stelle. L’opposizione contro l’albergo extralusso, verrebbe dallo stesso papa Francesco, che rifugge dallo sfarzo e dall’operazione che porterebbe nelle tasche di Gates oltre 50 milioni di euro da «spalmare» in 27 anni. Dopo il palazzo londinese di Sloane Avenue, la cui controversa compravendita ha portato sotto processo il cardinale Becciu e i suoi collaboratori, un altro edificio di pregio rischia di gettare scandalo in Vaticano, dove sono state avviate azioni contro la gara che avrebbe favorito la vendita dell’immobile a Bill Gates, escludendo altri soggetti disposti a rispettare la storia culturale del celebre Palazzo. [Tina Lepri]
In soli due minuti a Parigi, durante il Salon du Dessin, Christie’s ha venduto per 20 milioni di euro un disegno poco più grande di un foglio A4 recentemente ri-attribuito a Michelangelo Buonarroti. Pur diventando il lavoro più costoso dell’artista battuto all’asta (il precedente era di 10 milioni di euro), la vendita si è conclusa ampiamente sotto la stima prevista di 30 milioni di euro, Ancora lontano, però, dal record del disegno di Raffaello con testa di giovane apostolo (29,7 milioni di sterline da Sotheby’s nel 2012). Precedentemente attribuito alla cerchia dell’artista, il disegno rappresenta tre figure realizzate a penna e lavorate con inchiostro bruno: la centrale è ritenuto il primo nudo maschile di Michelangelo. [Redazione]
A Meta, la holding di Facebook, Instagram e WhatsApp, capita talvolta di inciampare in problemi di censura. Era successo, per esempio, a un post di Nicolas Ballario sull’installazione di Cattelan impiccato nel bagno alla mostra di Massimo De Carlo a Milano, episodio segnalato da «Il Giornale dell’Arte». E capita adesso alla Hayward Gallery di Londra, dove diversi post di utenti visitatori della mostra «The Woven Child», con opere di Louise Bourgeois raffiguranti genitali sono stati censurati. Pubblicare online le immagini di questi lavori è difficile: «Quando alcuni utenti di Instagram taggano @hayward.gallery nella didascalia di un post, questo viene cancellato prima della pubblicazione, afferma una portavoce della galleria. Si tratta di un problema segnalato regolarmente, ma non interessa tutti gli utenti che utilizzano il tag @hayward.gallery. Abbiamo esplorato tutte le soluzioni in-platform e abbiamo segnalato il problema a Instagram, ma dobbiamo ancora trovare un modo per risolverlo». [Redazione]
La campagna digitale «The Shadows project» di un gruppo di studenti ucraini mira a difendere la storia culturale dell’Ucraina e ha nel mirino le istituzioni occidentali che identificano l’arte e gli artisti ucraini come russi. Tra i capitoli della campagna quello destinato al riconoscimento dell’eredità ucraina di Kazimir Malevic da parte dei musei internazionali. L’idea del progetto è stata concepita per la prima volta nel settembre 2020, dalla studentessa Catarina Buchatskiy di ritorno a Kiev dopo un anno di assenza. Il team sta inoltre costruendo un'enciclopedia digitale della storia e della cultura ucraine. Malevic nacque nel 1876 a Kiev, allora parte dell’Impero russo. Nei suoi diari personali, come sottolinea la responsabile del progetto Buchatskiy, si descrive più volte come ucraino: «La soppressione dell’eredità ucraina di Malevic mostra quanto sia efficace la propaganda russa, ma non giustifica la voluta ignoranza di celebri istituzioni, come il MoMA», conclude. [Stephanie Stacey]
Dal 20 maggio la Torre Glòries dell’architetto francese Jean Nouvel, che nel 2005 cambiò lo skyline di Barcellona diventandone uno dei simboli, apre al pubblico per la prima volta il suo «mirador» grazie a «Cloud Cities Barcelona», una spettacolare opera di Tomás Saraceno. Si tratta della prima installazione permanente che il celebre artista argentino inaugura nel Sud d’Europa [Il Giornale dell'Arte]
Suscita preoccupazioni nel settore della cultura la decisione del Governo del Regno Unito, avanzata dal ministro per le opportunità Brexit e l’efficienza del Governo Jacob Rees-Mogg, di rivalutare secondo le condizioni di mercato organismi come Arts Council England e Historic England, decidendo se debbano essere aboliti o mantenuti. Secondo le linee guida ufficiali del Governo «una revisione dovrebbe valutare se esistono alternative più efficienti ed efficaci per raggiungere gli obiettivi del Governo. Ciò può includere la fusione del corpo con un corpo simile, la chiusura del corpo e il ripristino delle sue funzioni nel reparto». I «Lead reviewers» saranno nominati dal Dipartimento per il Digitale, la Cultura, i Media e lo Sport (Dcms) per svolgere le valutazioni; ulteriori informazioni sulle singole revisioni saranno rese disponibili a tempo debito. [Gareth Harris]
Il legame tra arte, impresa e luogo di lavoro è ormai un asset dei nostri tempi. Tra i progetti più recenti le cinque opere realizzate in cinque fabbriche Pirelli nel mondo per il suo Annual Report 2021, da quattro artisti e un collettivo invitati in cinque dei suoi diciotto stabilimenti produttivi. I risultati si possono ammirare in un volume, cartaceo e digitale. Si tratta delle fabbriche di Settimo Torinese (con un intervento del ceramista umbro Giovanni Mengoni), Yanzhou (con un’opera del cinese intagliatore di carta Tu Yonghong), Roma (con un murale della street artist americana Lisette Correa), Slatina (con una musica del violoncellista rumeno Andrei Cavassi) e Campinas (con una canzone del collettivo brasiliano composto da Fernanda Borgi, Tony Felix, Susy Garcia e Pinguim). [Redazione]
Henrietta Howard (1689-1767) fu amante di re Giorgio II di Gran Bretagna. Nel 1724 in prossimità del Tamigi, nella periferia ovest di Londra, fu per lei costruita la magnifica villa Marble Hill, che riapre le porte dopo tre anni di importanti restauri supportati dall’ente benefico per i monumenti storici English Heritage. Aprirà gratuitamente, cinque giorni alla settimana per sette mesi all’anno. Henrietta Howard, sfuggì alle grinfie del primo violento marito e ai doveri non molto onerosi di amante di Giorgio II, per costruire un rifugio in un paesaggio classico in miniatura del famoso giardiniere Charles Bridgeman. Anche il parco è stato in parte restaurato nel progetto Marble Hill Revived da 8 milioni di sterline, (di cui 5 milioni dalla National Lottery Heritage Fund e dal Lottery Community Fund). [Maev Kennedy]
Per la giornata internazionale dei musei del 18 maggio, il Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma ha inaugurato il cantiere di restauro (aperto al pubblico) dedicato alla Latona di Veio, la scultura in terracotta policroma del 510-500 a.C.,parte del gruppo scultoreo del santuario etrusco di Portonaccio, riemersa decine di anni dopo l’eccezionale scoperta delle statue di Apollo, Eracle ed Hermes: un evento che cambiò la storia dell’etruscologia. Dopo un’indagine scientifica finalizzata a valutare le sovrapposizioni materiche e il deterioramento di colori e i sistemi di assemblaggio interni, verrà smontata e ritoccata. Nella Pinacoteca Civica di Modena è invece da segnalare il termine del restauro del dipinto «Due putti che giocano con un’aquila» di Jean Boulanger, tra i massimi esponenti del Seicento modenese. L’opera sarà presentata sabato 21 maggio alle 17. [Redazione]
Nuovi studi sono stati condotti sul sito archeologico di Salorno «Dos de la Forca» (Bolzano, Alto Adige), una tra le più complete e importanti aree sacre di cremazione e tumulazione dell’Età del Bronzo. Databile circa al 1150-950 a.C., ha conservato decine di chili di resti umani bruciati, una quantità davvero impressionante, oltre a frammenti di cocci e resti di animali. La disposizione e quantità di resti suggerisce con tutta probabilità che l’area era una piattaforma per complessi rituali tramandati tra diverse generazioni e che i resti non ricevevano sepoltura individuale ma collettiva. [La Stampa]
Gli antiquari Caretto&Occhinegro di Torino annunciano il ritrovamento del «Concerto» di Antiveduto Gramatica (Roma o Siena, 1571 - Roma, 1626), parte mancante del «Suonatore di tiorba» della Galleria Sabauda di Torino, un tempo attribuito a Caravaggio. L’opera sarà esposta dalla galleria al Tefaf di Maastricht dal 24 al 30 giugno [Redazione]
Si svolge dal 20 al 22 maggio (inaugurazione su invito il 19 maggio) la terza edizione di Taipei Dangdai Art & Ideas, fiera di arte contemporanea presentata da Ubs nel Taipei World Trade Center, con 62 importanti gallerie nazionali e internazionali, principalmente asiatiche, provenienti da Cina, Giappone, Parigi, Londra e New York. [Redazione]
Mostre aperte
Sino al 13 settembre le sale al piano terra del Must di Lecce saranno animate dalle opere dello scultore leccese Francesco De Matteis (1852-1917). «Una mostra dovuta», ha affermato lo storico dell’arte Alfonso Panzetta, che costituisce un punto di partenza filologico per la conoscenza dell’artista. Infatti l’esposizione, «Francesco De Matteis (1852-1917)», a cura di Claudia Branca e Massimo Guastella (curatore anche del catalogo), può considerarsi la prima mostra ordinata in sede scientifica dello scultore che tanta fortuna ebbe a Napoli. Attraverso un corpus di 52 opere, tra sculture in bronzo e terracotta, più un paio di bozzetti, è possibile leggere la qualità dell’artista e soprattutto contestualizzarlo nel panorama artistico del verismo contemporaneo. Sono tutte figure di piccolo formato caratterizzate da una particolare freschezza del modellato che costituisce la cifra stilistica dello scultore. «Operine» che raccontano con estrema semplicità scene di vita partenopea, vibranti di vita e musica, come gli indimenticabili scugnizzi musicanti di «Ritorno a Piedigrotta» (1895). Enrico Giannelli (1916): «Le sue piccole figure, i suoi gruppetti deliziosi, riproducenti quasi tutti costumi napoletani, avevano una caratteristica speciale, erano riconosciuti anche da lontano, a prima vista, senza bisogno di dare uno sguardo alla firma». [Massimiliano Cesari]