Giorno per giorno nell’arte | 14 ottobre 2022

Accordo Metropolitan Museum-Grecia per una collezione di arte cicladica | Un’installazione di Grada Kilomba per 1-54 Contemporary African Art Fair | Un video di denuncia di Richard Mosse per la foresta amazzonica | Sos ai mecenati per le incisioni tratte da Raffaello | Tracey Emin si autofinanzia per avviare la scuola di Margate | La giornata in 13 notizie

L'opera di Grada Kilomba, «O Barco», del 2021, rappresenta la stiva di una nave schiavista europea. Foto: Richard Thompson
Redazione |

Accordo Metropolitan Museum-Grecia per una collezione di arte cicladica. Il Metropolitan Museum of Art di New York ha siglato un accordo con la Grecia per poter esporre a lungo termine nelle sue sale una collezione privata di arte cicladica. La raccolta messa assieme in 40 anni dal finanziere e filantropo Leonard Stern è considerata una delle più importanti al mondo. Rimarrà a Manhattan per 10 anni, anche se nominalmente la proprietà dei circa 160 pezzi passerà sotto il controllo del Governo di Atene:  «Per me era importante che restassero tutti assieme», ha commentato Stern. [Redazione]

Per la fiera d’arte contemporanea africana di Londra un’installazione di Grada Kilomba. La 1-54 Contemporary African Art Fair festeggia il suo decimo anno con una nota cupa: l’artista portoghese Grada Kilomba presenta una installazione di 32 metri che occupa il cortile principale della Somerset House. «O Barco» (2021) è costituita da 140 blocchi di legno carbonizzato configurati secondo la sagoma della stiva di una storica nave negriera europea. Ogni rettangolo simile a una tomba è stato carbonizzato singolarmente e su alcuni di essi sono incise poesie tradotte in lingue africane, tra cui yoruba, kimbundu e creolo, oltre a inglese, portoghese e arabo. Questo triste ricordo dell’espansione e della colonizzazione europea è reso ancora più potente dalla storia della Somerset House, ex sede del Consiglio della Marina britannica. Questa settimana l’opera è stata animata da due performance di un’ora, progettate e dirette dall’artista, con un ensemble multigenerazionale di collaboratori di origine africana che utilizzano danza, canto e poesia per far rivivere queste storie dimenticate. [Louisa Buck]

Un video di denuncia di Richard Mosse per la foresta amazzonica. L’artista Richard Mosse, irlandese di nascita e newyorkese di adozione, fa uso (poco ortodosso) della tecnologia di imaging di tipo militare per trattare il tema delle più importanti crisi umanitarie del nostro tempo. Alla Biennale di Venezia del 2013 Mosse rappresentava l’Irlanda con un’installazione video a sei canali che riprendeva le zone di guerra nella Repubblica Democratica del Congo utilizzando pellicole di sorveglianza a infrarossi Kodak dismesse che coloravano il paesaggio in luride tonalità di rosa. Nel 2017 ha vinto il premio fotografico Prix Pictet per i suoi inquietanti panorami dei campi profughi, realizzati con una termocamera progettata per rilevare il calore corporeo a 30 km di distanza e classificata come arma dal diritto internazionale. Ora Mosse ha rivolto la sua attenzione alla crisi climatica con «Broken Spectre», un’installazione video immersiva in widescreen in mostra al «180 The Strand» di Londra e alla National Gallery of Victoria di Melbourne, in Australia. Il film rappresenta la sintesi di tre anni passati a documentare la catastrofica distruzione della foresta amazzonica. [Louisa Buck]

Sos ai mecenati per le incisioni tratte da Raffaello. Le incisioni tratte dai disegni di Raffaello furono molto richieste fin dalla morte dell’artista. Si tratta di un tesoro «tanto prezioso quanto delicato, che oggi ha bisogno di un intervento di conservazione e restauro», ha dichiarato Maura Picciau, da luglio alla guida dell’Istituto Centrale per la Grafica, che proprio per le matrici incise d’après Raffaello ha lanciato una campagna ArtBonus. È un richiamo ai mecenati, piccoli e grandi, perché aiutino a finanziare il progetto. [Ansa]

Tracey Emin si autofinanzia per avviare la scuola di Margate
. Uno dei primi dipinti creati dall’artista britannica Tracey Emin dopo le estenuanti cure contro il cancro, «Like A Cloud of Blood» (2022), ha superato di quattro volte la stima minima all’asta di Christie’s di ieri 13 ottobre, cambiando titolare per 2,3 milioni di sterline diritti compresi. Il ricavato della vendita dell’opera, consegnata alla casa d’aste dall’artista, sarà destinato ai Tke Studios di Margate (la «K» sta per Karima, secondo nome di Emin), una scuola d’arte e un centro per artisti che l’artista lancerà alla fine di questo mese nella città costiera del Kent dove è cresciuta. Del risultato, che ha mancato di poco il suo record d’asta di 2,5 milioni di sterline (realizzato con «My Bed», del 1998, nel 2014), Emin dice: «È incredibile. Farà una grande differenza. Il sostegno a ciò che sto facendo a Margate è fenomenale». Emin ha già speso 2 milioni di sterline per acquistare e ristrutturare l'ex bagno edoardiano e l’ex camera mortuaria che ora ospitano 12 studi, che saranno sovvenzionati. Ci sarà anche un programma espositivo e residenze biennali per 15-20 studenti con studi, esercitazioni e lezioni gratuite. [Anny Shaw]

Digitalizzato l’archivio di Canova: 40mila pagine manoscritte consultabili online
. Antonio Canova ha lasciato ai posteri un corpus di oltre 40mila pagine manoscritte provenienti da 6.658 documenti di varia natura (tra l’altro lettere, appunti e diari di viaggio), che compongono il Fondo conservato presso la Biblioteca Civica di Bassano del Grappa. Documenti autografi di enorme valore storico-artistico ma al tempo stesso fragili per natura. Per tutelare la conservazione e garantire l’accessibilità, il Fondo Canoviano è stato oggetto di un importante progetto di digitalizzazione in alta definizione dell’intero fondo. Ora è tutto consultabile online. [Redazione]

Le nuove iniziative della Fondazione Paul Thorel. Quando Paul Thorel, artista nato a Londra nel 1956 da padre francese e madre napoletana, morì a Napoli nel 2020, il board della Fondazione a lui intitolata decise che l’ente avrebbe potenziato le proprie attività, da una parte custodendo il lascito dell’autore, dall’altra promuovendone la figura. Ora la Fondazione annuncia l’istituzione di un Premio Paul Thorel, l’avvio di progetti di residenza e workshop (nelle sedi di Napoli, a Panarea nelle Eolie e sull’isola di Hydra in Grecia) e una mostra ad Artissima a Torino. Il Premio, organizzato in collaborazione con le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, avrà cadenza annuale: a partire dal 2023 selezionerà tre progetti fotografici digitali che gli artisti (o i collettivi) producono nel corso di una residenza di un mese, con l’assistenza del team della Fondazione. Ad Artissima, dal 4 al 6 novembre, l’ente napoletano presenterà un allestimento di lavori di Paul Thorel in dialogo con opere di arte contemporanea dalla sua collezione. [Redazione]

Una nuova «casa del libro» a Ivrea. Il 15 ottobre alle 18.30 a Ivrea (To) si apre al pubblico Palazzo Giusiana (già sede del Tribunale), il nuovo spazio dedicato alle attività culturali di Ivrea Capitale italiana del libro 2022, oggi al centro di un’opera di rigenerazione urbana e restituzione alla comunità. L’inaugurazione coincide con l’apertura di tre eventi espositivi. La mostra «Deus ex littera», curata da Costanza Casali, esplora il territorio comune tra l’arte contemporanea e la letteratura attraverso le opere di Massimo Giannoni e Paolo Amico, artisti scelti per la peculiarità delle loro creazioni, strettamente connesse con il progetto di Ivrea Capitale del libro. La sede eporediese ospita anche la mostra fotografica «Scrittori in prosa», con 47 scatti di autori e autrici contemporanei, e l’esposizione di alcuni volumi del Fondo A della Biblioteca Olivetti, donata al Comune nel 1973. [Redazione]

Il nuovo film di Mimmo Paladino alla Festa del Cinema di Roma. Il 16 ottobre, alle ore 19, durante la Festa del Cinema di Roma, l’Auditorium Parco della Musica-Sala Petrassi ospita la première de «La divina cometa», il nuovo film di Mimmo Paladino, prodotto da Run Film e Nuovo Teatro in collaborazione con Rai Cinema e con il contributo di Film Commission Regione Campania e MiC Direzione Generale Cinema e Audiovisivo. Sceneggiato dallo stesso Paladino insieme a Maurizio Braucci (Orso d’argento come migliore sceneggiatura nel 2017 per «La paranza dei bambini»), l’opera giunge a quindici anni da «Quijote», pellicola d’esordio dell’artista campano. Il nuovo progetto cinematografico di Paladino è ospitato nella sezione «Freestyle» del festival romano. [Redazione]

Mostre ed eventi che aprono
Anche al cinema con Christo e Kentridge
. La 27ma edizione di Artecinema, festival internazionale di film sull’arte contemporanea, curato da Laura Trisorio, si è inaugurata il 13 ottobre a Napoli al Teatro San Carlo con il documentario «Krzysztof Wodiczko» di Maria Niro, dedicato al lavoro politico dell’artista polacco. Le circa 30 proiezioni saranno fruibili al Teatro Augusteo dal 14 al 16 ottobre, con un’estensione sulla piattaforma digitale fino al 20 ottobre. Per la sezione «Arte e dintorni» sono previsti, oltre ai documentari su Franco Angeli, su William Kentridge, sul venezuelano Carlos Cruz-Diez, l’anteprima mondiale sulla mostra a Firenze dell’artista britannica Jenny Saville (Francesco Fei) e cinque anteprime italiane: sulla statunitense Joan Mitchell (Stéphane Ghez); sull’artista svizzero Not Vital (Pascal Hofmann); sul rapporto tra Picasso e la figlia Maya (François Lévy-Kuentz); sull’intervento postumo di Christo e Jeanne-Claude sull’Arco di Trionfo (Jörg Daniel Hissen); sul museo progettato da Tadao Ando a Parigi per la collezione di François Pinault (Olivier Lemaire). Nella sezione «Architettura e Design», tra gli altri, il documentario su Charlotte Perriand, architetta collaboratrice di Le Corbusier; mentre nella sezione «Fotografia» le sperimentazioni ottocentesche di Eadweard Muybridge. [Olga Scotto di Vettimo]

I prussiani sul Nilo
. «Avventure sul Nilo. La Prussia e l’Egittologia negli anni 1842-45», dal 15 ottobre al 7 marzo al Neues Museum, racconta di un’epoca mitica per l’archeologia, aprendo una nuova prospettiva sulla spedizione prussiana iniziata ad Alessandria nel 1842 per conto del re Federico Guglielmo IV e protrattasi per tre anni. L’attenzione si concentra sui vari oggetti rinvenuti durante il viaggio, ma anche e soprattutto sull’influenza che avrebbero da quel momento in poi esercitato, insieme ai nuovi metodi e strumenti di lavoro impiegati, nello sviluppo della nuova scienza dell’Egittologia ancora fresca delle rivelazioni di Jean-François Champollion. Dal 1849 al ’59 il corpus di scoperte effettuate dalla spedizione fu pubblicato in 12 volumi con disegni e circa 900 tavole. La missione è stata l’unica fino ad oggi che sia mai riuscita a spingersi così a sud, seguendo il corso del Nilo oltre Sennar, nel Sudan tropicale. [Francesca Petretto]

Ballo Charmet e Niedermayr alla Bevilacqua La Masa. A Venezia dal 16 ottobre al 4 dicembre 2022 la Fondazione Bevilacqua La Masa presenta negli spazi di Palazzetto Tito la mostra «Marina Ballo Charmet e Walter Niedermayr. Out of Sight», a cura di Gabi Scardi. La mostra presenta opere realizzate da Marina Ballo Charmet e Walter Niedermayr, singolarmente o a quattro mani. Il percorso espositivo si articola infatti su alcuni temi rilevanti per entrambi gli artisti e ricorrenti nell’ambito delle loro ricerche, come il senso del luogo, lo spazio istituzionale come dimensione altra, l’architettura dello spazio e la relazione che con essa l’individuo può istituire. [Redazione]

Mostre aperte
15 nuove opere mai esposte presentate al Madre in un nuovo allestimento. «Spettri: palinsesti della memoria» è la mostra con cui Kathryn Weir, direttrice artistica del Madre di Napoli, presenta fino al 14 novembre il nuovo allestimento di una selezione di opere della collezione del museo, esposte per la prima volta in questa occasione. I quindici lavori sono entrati nella raccolta permanente attraverso donazioni, acquisti e bandi pubblici, come l’Italian Council e il Pac, promossi dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Undici gli artisti in mostra: Betty Bee (Napoli, 1963); Gregorio Botta (Napoli, 1953); Rä di Martino (Roma, 1974); Lino Fiorito (Ferrara, 1955); Ann Veronica Janssens (Folkestone, Regno Unito, 1956); Ibrahim Mahama (Tamale, Ghana, 1987); Raffaela Mariniello (Napoli, 1962); Raffaela Naldi Rossano (Napoli, 1990); Gloria Pastore (Napoli, 1946); Elisa Sighicelli (Torino, 1968); Gian Maria Tosatti (Roma, 1980). «Per quanto prodotti da artiste e artisti provenienti da contesti molto differenti tra loro, i lavori sono accomunati dal tentativo di aprire uno spazio attraversato dagli spettri che perseguitano l’ambiente in cui viviamo», dichiara Weir. Tra le opere esposte, «Alhassan Zepligu» (2015-2020) di Ibrahim Mahama, dal progetto «Parliament of Ghosts», e le fotografie tratte dal film «ZioRiz» (2022) di Raffaela Mariniello, poetico e amaro sguardo sul rapporto tra natura e cultura. [Olga Scotto di Vettimo]

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