Giorno per giorno nell’arte | 13 ottobre 2022
Fronte comune dei musei contro gli abusi sui diritti umani in Iran | Attivisti al British Museum a favore dello scrittore Alaa Abd El-Fattah | In Messico scoperta una pittura raffigurante il dio azteco dell’alcol | Oggi i 200 anni dalla morte di Antonio Canova | Scoperto in Siria un mosaico romano del IV secolo | La giornata in 14 notizie

I musei devono fare fronte comune contro gli abusi sui diritti umani in Iran. I musei del Regno Unito e degli Stati Uniti devono fare di più per affrontare il peggioramento della situazione dei diritti umani in Iran dopo la morte di Mahsa Amini. Lo affermano personalità di alto profilo culturale legate al Medio Oriente. «Quando la politica fallisce, l’arte vince con il soft power. I musei hanno ricevuto importanti finanziamenti da donatori iraniani; dovrebbero anche mostrare sostegno ai diritti umani in Iran», afferma Maryam Eisler, artista e mecenate iraniana residente a Londra. «La loro libertà è la nostra libertà. Le istituzioni dovrebbero pubblicare opere di artisti iraniani sui loro social media come importante collaborazione a questa conversazione globale». Amini è morta in un ospedale iraniano il mese scorso, dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa del regime per il presunto mancato rispetto delle norme del paese in materia di hijab. La sua morte ha scatenato proteste di massa a Teheran e in altre città dell’Iran. Ex copresidente del Menaac (Comitato per le acquisizioni in Medio Oriente e Nord Africa) della Tate dal 2010 al 2020, Eisler è anche un’alumna del Wellesley College, in Massachusetts, sede del Davis Museum, la cui direttrice, Lisa Fischman, ha postato su Instagram una «chiamata all’azione» con l’opera di Shirin Neshat, «Women of Allah» (1994). «Ho taggato le istituzioni che hanno opere di artisti iraniani o della diaspora iraniana nelle loro collezioni e nei loro programmi espositivi», dice Fischman. «Dove sono le loro voci?». Tra le istituzioni taggate figurano la Tate di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York e l’Hirshhorn Museum di Washington. [Gareth Harris]
Attivisti manifestano al British Museum a favore di Alaa Abd El-Fattah, uno scrittore anglo-egiziano. Avete mai sentito parlare di Alaa Abd El-Fattah? È la domanda che i manifestanti hanno posto ai giornalisti all’anteprima di «Hieroglyphs: Unlocking Ancient Egypt», mostra che si apre oggi al British Museum. Il quarantenne scrittore anglo-egiziano, nipote di un ex trustee del British Museum, Ahdaf Soueif, avrebbe dovuto partecipare di persona all’inaugurazione della mostra se non fosse stato imprigionato a Tora, in Egitto. A dicembre 2019 El-Fattah è stato accusato da un tribunale del Cairo di «diffusione di notizie false». È in sciopero della fame dal 2 aprile. Durante la conferenza stampa dell’11 ottobre i manifestanti hanno potuto ascoltare la lettura di brani tratti da You Have Not Yet Been Defeated, un’antologia di scritti di El-Fattah, alcuni dei quali sono stati trafugati dalla sua cella (l'edizione italiana del volume, Non siete stati ancora sconfitti, è uscita nel 2021 presso la Hopefulmonster di Torino, con la traduzione di Monica Ruocco, Ndr). La protesta si è svolta in concomitanza con la pubblicazione di una lettera aperta del gruppo di protesta «Culture Unstained», firmata da 86 personalità della cultura, tra cui gli attori Steve Coogan e Mark Rylance, i musicisti Roger Waters e Brian Eno, la stilista Bella Freud e gli artisti David Calder e Es Devlin. La lettera è indirizzata a George Osborne, Hartwig Fischer e ad altri amministratori del British Museum e ricorda che il 25 agosto l’ex Primo Ministro Boris Johnson, in una telefonata con il presidente egiziano Sisi, ha «espresso la speranza di un progresso rapido e positivo sulla questione» della detenzione di El-Fattah. «Il fatto che il British Museum inauguri una nuova mostra sull’Egitto senza riconoscere che questa importante questione diplomatica è in corso potrebbe mettere ulteriormente a rischio la vita di un cittadino britannico», si legge nella lettera. [Tom Seymour]
In Messico scoperta una pittura murale raffigurante il dio azteco dell’alcol, Tezpotécatl. Un dipinto murale precolombiano scoperto in un convento di Tepotzlán potrebbe far luce sul rapporto tra gli abitanti indigeni del Messico e la Chiesa cattolica, che cercò di esercitare un controllo sull’espressione culturale collettiva dopo la conquista spagnola nel XVI secolo. All’inizio di ottobre l’Instituto Nacional de Antropología e Historia (Inah) ha annunciato il ritrovamento in una cappella dell’Ex Convento de la Natividad del dipinto murale occultato sotto diversi strati di imbiancature. Gli archeologi si sono trovati di fronte a un cerchio rosso dipinto, di circa un metro di diametro, al cui interno sono sono rappresentate diverse immagini della tradizione precolombiana, tra cui un’ascia, un «chimalli» o scudo, un ramoscello di fiori e un copricapo piumato o «penacho», che tradizionalmente veniva indossato da un membro dell’aristocrazia azteca. L’Inah ha dichiarato in un comunicato che è possibile che la nuova scoperta si riferisca a Tepoztécatl, il dio azteco della bevanda alcolica pulque, venerato dagli Aztechi di lingua nahuatl che abitavano la zona. [Elizabeth Mistry]
Oggi 13 ottobre 2022 ricorrono i 200 anni dalla morte di Antonio Canova. A Venezia per l’occasione viene presentato il restauro del monumento funebre che gli dedicarono i suoi migliori allievi. Il corpo di Antonio Canova riposa a Possagno, ma il suo cuore è rimasto a Venezia, nel Monumento sepolcrale eretto nel 1827 nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, oggetto di un restauro iniziato nel giugno 2021 e concluso lo scorso 6 ottobre. Il 15 ottobre, inoltre, si apre ai Musei Civici di Bassano del Grappa (Vi) la mostra «Io, Canova, genio europeo». Curata da Giuseppe Pavanello e Mario Guderzo, con il coordinamento scientifico di Barbara Guidi, direttrice dei Musei, si pone con un taglio originale: oltre allo scultore, indaga infatti l’uomo e l’intellettuale, per esempio attraverso le opere della sua collezione. [Redazione]
Scoperto in Siria un mosaico romano del IV secolo. Nella città di Rastane, nella provincia di Homs, è stato rinvenuto quello che le autorità siriane hanno definito uno dei più rari e completi mosaici del IV secolo d.C. Nel mosaico «appaiono chiaramente i dettagli e i nomi dei re greci che hanno partecipato alla Guerra di Troia», ha dichiarato all’Agence France Press Hammam Saad, direttore degli scavi e degli studi archeologici nella Direzione generale delle antichità e dei musei siriani. [Redazione]
Sulla costa pugliese ritrovati metalli da un relitto cinque-seicentesco. Al largo di Brindisi, nei bassi fondali di Punta Penne, sono stati recuperati reperti archeologici in metallo pertinenti all’armamento di un relitto probabilmente databile al XVI-XVII secolo, tra cui due falconetti, due anelli, due mascoli da retrocarica, un elemento curvo a uncino e alcune concrezioni metalliche identificabili come altre armi da fuoco, tutti materiali ad alto rischio di trafugamento. L’operazione di recupero, preceduta dalla documentazione videofotografica e fotogrammetrica dell’area, è stata condotta dai tecnici dell’Euromediterranean Seascapes Archeology Center (Esac, con sede a Brindisi) in collaborazione con il personale della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio subacqueo e dell’Università del Salento grazie al supporto del Primo Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera. [Redazione]
Il dollaro forte fa la differenza nelle fiere e nelle aste europee. Un dollaro vale in questi giorni 0,9 sterline e 1,03 euro. Tra Frieze London e Paris+ la prossima settimana questa circostanza ha un forte impatto sulle vendite in fiera, così come nelle vendite all’asta di ottobre. Consulenti d’arte e addetti ai lavori vedono che i loro clienti focalizzano l’attenzione principalmente su questi appuntamenti di mercato. Chi compra in dollari approfitterà del momento propizio. [Redazione]
Mostre ed eventi che aprono
«Archeologika» a Cagliari. Nel pomeriggio di oggi 13 ottobre alle 17.30 presso l’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari Anthony Muroni, presidente della Fondazione Mont’e Prama, presiede la cerimonia inaugurale di «Archeologika» (13-16 ottobre), expo del turismo archeologico ospitata nella sede del grandioso complesso monumentale del Bastione Saint Remy nel centro storico di Cagliari. È prevista la partecipazione di una cinquantina di imprese del turismo culturale unitamente a incontri e conferenze con i protagonisti della divulgazione archeologica. [Redazione]
In Laguna una due giorni sui musei d’Impresa. Il 13 e 14 ottobre si terrà a Venezia (al Museo Correr e in altre sedi cittadine) il seminario di Museimpresa, l’Associazione Italiana Archivi e Musei d’Impresa. L’iniziativa è tesa a mettere a punto nuove, condivise strategie per valorizzare gli importantissimi patrimoni custoditi nei musei e negli archivi aziendali, grazie anche a una collaborazione con i Musei Civici. Gli oltre 120 musei e archivi associati documentano e raccontano quanto le imprese italiane hanno fatto e continuano a fare per la crescita economica, sociale, civile del Paese. [Redazione]
La 17ma edizione di ArtVerona. Si svolge dal 14 al 16 ottobre nel quartiere fieristico, padiglioni 11 e 12, con preview, su invito, giovedì 13. Terza diretta da Stefano Raimondi, riconfermato per il prossimo biennio, rimarca la vocazione a promuovere il sistema dell’arte italiano ma ambisce a maggior attenzione da parte del mercato internazionale. Si contano 145 espositori, dei quali il 20% new entry, un centinaio nella «Main section», mentre gli altri confluiscono in varie sezioni.
Arte contemporanea nella biblioteca dell’Infinito. «Gli spazi della Biblioteca Leopardi, sono luoghi vivi, non soltanto per il pubblico che ne fruisce o gli studiosi che ne consultano le opere, ma soprattutto perché hanno continuato a produrre cultura nel rispetto dello spirito che li ha visti nascere. Con questo spirito la mostra “Io nel pensier mi fingo” vuole essere l’occasione per scoprire la connessione fra discipline all’apparenza distanti, come la letteratura e l’arte visiva». Così la contessa Olimpia Leopardi ha dichiarato annunciando la mostra di arte contemporanea che sarà ospitata nella Biblioteca di Recanati dal 16 ottobre al 30 gennaio 2023, la prima nell’ambito del progetto che nel 2019 ha inaugurato i festeggiamenti dei 200 anni dell’Infinito: partendo dal celebre verso la mostra, curata da Antonello Tolve, offre una selezione di opere di Tomaso Binga, Jeanne Gaigher, H.H. Lim, Maurizio Mochetti, Melissa Lohman, Patrizia Molinari, Adrian Tranquilli e Narda Zapata a confronto con la figura di Giacomo Leopardi e con la suggestiva atmosfera della biblioteca. [Marta Paraventi]
Mostre che aprono
Christo nel castello. Dal 15 ottobre al 16 aprile, il Castello di Miradolo di San Secondo di Pinerolo (To) ospita la mostra «Christo e Jeanne-Claude. Projects», che giunge a un anno dalla morte di Christo Vladimirov Javacheff che, con la compagna Jeanne-Claude Denat de Guillebon (scomparsa nel 2009), è stato uno degli artisti più significativi del panorama internazionale. La mostra propone una sessantina di opere (tecniche miste e collage, fotografie e video), il cui nucleo centrale è dedicato ai loro progetti più noti, in dialogo con le due sezioni che ospitano i lavori di altri artisti. Un corpus selezionato dai curatori Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento di Paola Eynard e la collaborazione della Fondazione Christo e Jeanne-Claude di New York. Nel nucleo centrale il percorso si snoda tra opere fondamentali come «Surrounded Island» (1983, nella foto), progetto che vide undici isole della baia di Biscayne a Miami circondate da una cintura di polipropilene fucsia; «The Gates» (2005), il percorso di 30 chilometri di «portici» che ha attraversato il Central Park di New York, fino a «The Floating Piers», la passerella di tre chilometri realizzata nel 2016 sul Lago d’Iseo. La prima delle due sezioni successive è dedicata al Nouveau réalisme con opere di César, Klein, Spoerri, Rotella, Arman e Raysse. La seconda sezione pone in relazione i progetti di Christo e Jeanne-Claude con la Land art attraverso opere di Richard Long, Hamish Fulton, Andy Goldsworthy, Olafur Eliasson, Giuseppe Penone, Germano Olivotto e le fotografie di Gianfranco Gorgoni dei «lavori manifesto» della Land art di Walter De Maria, Robert Smithson, Michael Heizer, Dennis Oppenheim e James Turrell. [Emmanuele Bo]
Mostre aperte
Fotografi e combattenti. Ad Amburgo la mostra «The New Abnormal», allestita da Deichtorhallen e ospitata nello spazio Phoxxi fino al 6 novembre, è frutto di una cooperazione del museo amburghese di Fotografia con il Festival ucraino «Odesa/Photo Days». La direzione e la curatela sono state affidate a Kateryna Radchenko, rappresentante della scena artistica del Paese invaso dalla Russia e coinvolto nella guerra dal febbraio scorso. In mostra 12 artisti ucraini espongono le fotografie scattate in questi ultimi otto mesi, racconto della vita quotidiana di un Paese sotto assedio, dove la guerra e la sopravvivenza sono all’ordine del giorno. Lisa Bukreyeva, Alexander Chekmenev, Pavlo Dorohoi, Nazar Furyk, Vladyslav Krasnoshchok, Sasha Kurmaz, Mykhaylo Palinchak, Oksana Parafeniuk, Daniil Russov, Alina Smutko, Elena Subach e Mila Teshaieva in prima linea sul fronte di guerra, sono diventati, da fotografi artisti e documentaristi, narratori attivisti e protagonisti combattenti. [Francesca Petretto]