Giorno per giorno nell’arte | 12 settembre 2022
Arte razziata dai nazisti: arriva un ddl per riportarla in Italia | Il documentario su Nan Goldin ha vinto il Leone d’Oro a Venezia | L’Olanda ha restituito reperti preispanici a Panama | Eva Degl’Innocenti lascia il MArTA di Taranto per dirigere i Musei Civici di Bologna | La nuova sede della Galerie Templon a New York | La giornata in 14 notizie

Arte razziata dai nazisti: arriva un ddl per riportarla in Italia. Il disegno di legge, presentato dalla senatrice Margherita Corrado (Movimento 5 Stelle), prevede la creazione al Ministero della Cultura di una apposita struttura commissariale che affronti e risolva i problemi che insorgono sia nella ricerca dei beni sottratti sia nella fase di attuazione delle azioni di recupero. La nuova normativa è finalizzata a riportare in Italia i beni culturali confiscati dai nazisti non solo ai cittadini di origine ebraica, ma anche alle istituzioni pubbliche e private. [Redazione]
Il documentario di Laura Poitras su Nan Goldin ha vinto il Leone d’Oro. Rovesciando i pronostici della vigilia, alla 79ma Mostra del Cinema di Venezia il Leone d’Oro è andato ad «All the Beauty and the Bloodshed» («Tutta la bellezza e il sangue sparso»), il docufilm diretto da Laura Poitras sulla fotografa Nan Goldin, che ha raccontato la cultura underground newyorkese degli anni Settanta e Ottanta ed è stata tra i promotori della campagna «Prescription Addition Intervention Now», contro la famiglia Sackler, titolare delle case farmaceutiche Purdue Pharma e Mundipharma, che producono l’OxyContin, medicinale a base di oppiacei che avrebbe causato la morte di diverse persone negli Usa. È la seconda volta che il premio va a un documentario, dopo «Sacro Gra» di Gianfranco Rosi, premiato nell’edizione del 2013. [Redazione]
I Paesi Bassi hanno restituito un nucleo di reperti preispanici a Panama, collaborando così con il Paese che sta cercando di recuperare il suo patrimonio culturale saccheggiato nel passato. 343 oggetti in ceramica sono stati restituiti il 29 agosto in quello che il ministro degli Esteri di Panama, Erika Mouynes, ha definito «il più grande rimpatrio di reperti archeologici nella storia dell’America Centrale». Lo scorso marzo l’ambasciatrice di Panama nei Paesi Bassi, Elizabeth Ward, aveva scoperto i manufatti in ceramica in questione nella collezione dell’Università di Leida, che ha sostenuto il loro ritorno. Gli oggetti entreranno nella collezione del Museo Acheologico Reina Torres de Arauz a Panama. [Redazione]
Eva Degl’Innocenti lascia il premiato museo MArTA di Taranto per dirigere i Musei Civici di Bologna. Il suo mandato inizierà ufficialmente il 16 gennaio 2023. Degl’Innocenti, quarantasei anni, archeologa, da sei anni alla guida del museo tarantino e un curriculum fatto anche di esperienze all’estero, ha vinto il concorso indetto dal Comune di Bologna. La neodirettrice promette, come avvenuto a Taranto dove ha ricevuto anche la visita di Chiara Ferragni, una significativa rivoluzione sul fronte della comunicazione. Al MArTA ha infatti puntato anche su influencer e tiktoker per raggiungere le fasce d’età più giovani, «perché questi strumenti aiutano davvero, ma solo se inseriti all’interno di una strategia culturale», afferma e per Bologna la sfida è anche «contribuire a un turismo sempre più culturale, non di massa ma sostenibile». [Tina Lepri]
A New York la parigina Galerie Templon ha aperto il 7 settembre un nuovo avamposto nel quartiere di Chelsea. Il nuovo spazio espositivo, su due livelli, è stato completamente ristrutturato e ora ospita una mostra di nuove opere dell’artista senegalese Omar Ba. Il programma di espansione della galleria francese nella metropoli statunitense è in atto da meno di un anno e a gennaio ha aperto una sede nella 10th Avenue. Mathieu Templon, figlio del fondatore della galleria Daniel, si è trasferito a New York a luglio per supervisionare la realizzazione della nuova sede e poi gestirne le operazioni. [Redazione]
Scoperto un sepolcreto medievale a Mirandola (Mo). Nel corso dei lavori di scavo per il ripristino del complesso architettonico dell’ex convento di San Francesco a Mirandola sono venute alla luce tracce di sepolcreto databile probabilmente al basso Medioevo. L’edificio del Convento di San Francesco fu edificato nel corso del XIII secolo e annesso alla Chiesa di San Francesco, la cui prima attestazione a Mirandola risale al 1287. La Soprintendenza competente, in accordo con il Comune di Mirandola, aveva già attivato nei mesi scorsi un controllo archeologico in corso d’opera sulle operazioni di scavo. All’esterno del chiostro dell’ex convento sono state trovate alcune sepolture databili, in base alle indagini preliminari, tra il XIV e il XVI secolo. [Redazione]
Il progetto di Metamuseo del Mann di Napoli anche grazie alla Luddy School of Informatics dell’Università dell’Indiana. Sarà l’ente americano a sostenere la maggior parte dell’impegno finanziario della ricerca, che avrà, spiega una nota del Mann, «lo scopo non solo di digitalizzare, ma soprattutto di rendere immediatamente fruibili a studiosi e pubblico manufatti lontani dalle luci delle sale espositive». «Il Metamuseo è un nuovo livello da raggiungere nella valorizzazione dei depositi per associare di nuovo i contesti, seppur in forma digitale. Lo facciamo con una nuova prestigiosa collaborazione internazionale, nello spirito di una ricerca condivisa con il mondo», ha commentato il direttore del Mann, Paolo Giulierini. [Redazione]
I musei italiani si fanno dare la pagella dai visitatori. La Direzione generale Musei ha avviato, per il secondo anno consecutivo, una rilevazione del grado di soddisfazione dei visitatori presso i luoghi della cultura. Per il 2022 è stato realizzato un formulario online specifico per ciascun istituto autonomo e per ciascuna Direzione regionale Musei. I dati saranno raccolti fino alla metà del mese di novembre 2022. [Redazione]
Nuove luci per il David di Michelangelo. Dal 13 settembre il David di Michelangelo nella Tribuna della Galleria dell’Accademia di Firenze brilla di una nuova luce, a conclusione del progetto di illuminazione promosso da Enel e realizzato ex novo da Enel X, mirato a ristabilire un giusto rapporto di chiaroscuri e di colore, riportando la dinamicità della luce del sole nella Tribuna, grazie a un impianto all’avanguardia volto al risparmio e all’efficienza energetica. L’utilizzo di un sistema di domotica Casambi con bluetooth a bassa energia consente inoltre la modulazione della quantità di illuminamento e dell’intensità luminosa. I proiettori installati nella zona del grande lucernario nei fori esistenti sono corpi illuminanti di nuova generazione con sorgente Led dotati di un’apertura del fascio tale da avvolgere totalmente il David e lasciare in secondo piano il resto dello spazio che lo accoglie, dotato invece di un sistema di illuminazione artificiale e a regolazione separata. Durante le ore diurne l’illuminazione artificiale si va ad aggiungere a quella naturale proveniente dal lucernario consentendo una lettura dei dettagli del capolavoro nuova e più vicina alla percezione originale. I proiettori a diverse temperature di colore permettono una visione dell’opera da varie prospettive e con una apparenza cromatica variabile. Nella Galleria dei Prigioni è stata scelta un’illuminazione a proiezione dalla cornice (presente su entrambi i lati), con ottiche di alta precisione, spot a fascio stretto e flood a fascio medio, per armonizzare l’illuminazione dei «Prigioni» e della «Pietà» con quella del «David», sia dal punto di vista della resa cromatica e della percezione visiva, sia da quello della restituzione del colore, mantenendo inalterate le diverse emergenze materiche delle opere di Michelangelo. Il modello di rinnovamento degli spazi museali adottato da Cecilie Hollberg è stato definito «lungimirante» da Massimo Osanna, «capace di far convergere le esigenze di sostenibilità e di efficienza energetica con quelle di studio, di corretta lettura e di miglior godimento delle opere». [Laura Lombardi]
In Inghilterra a Ouseburn, località presso Newcastle, una squadra di archeologi ha rinvenuto i resti di una torretta del Vallo di Adriano durante i lavori di costruzione di alloggi per studenti. Nel Vallo di Adriano, fortificazione difensiva che si estendeva per circa 120 chilometri attraverso la Gran Bretagna romana, furono costruiti a cadenza regolare sedici forti in pietra, 80 fortini, e due torrette erano poste nel tratto che separava ogni coppia di fortini. La costruzione lungo il percorso di Stanegate Road iniziò nel 122 d.C. e ci vollero sette anni perché fosse completata. [Redazione]
Trenta voli su siti archeologici e monumenti realizzati da piccoli droni di nuova generazione forniscono il materiale per un video raggiungibile su una pagina del sito del Ministero italiano della Cultura e sul canale YouTube del MiC: è la nuova campagna del Ministero che invita a guardare alle bellezze del patrimonio d’arte italiano da un inedito punto di vista, in volo insieme ai fenicotteri del Delta del Po sull’area archeologica di Spina e poi planando tra le meraviglie di Sepino, Alba Fucens e Aquileia. La sagoma di Castel Del Monte in Puglia si alterna ai profili delle tombe etrusche della necropoli di Cerveteri, a quelli della villa Medicea di Poggio a Caiano, alle sale del museo di Sperlonga e a un volo nella grotta di Tiberio. La regia è affidata al videoartista Nils Astrologo. [Redazione]
Il mercante Georges Lotfi rigetta le accuse a suo carico e protesta la propria innocenza. Il mercante e collezionista libanese Georges Lotfi, ricercato negli Stati Uniti per traffico di antichità saccheggiate, nega recisamente tutte le accuse mosse contro di lui. Il mese scorso a New York era stato emesso un mandato di arresto per l’81enne con l’accusa di aver maneggiato «centinaia di reperti antichi» contrabbandati da paesi dilaniati dalla guerra in Medio Oriente. In una dichiarazione di sette pagine scritta in francese, documenti pubblicati online e in un’intervista con la nostra testata sorella anglosassone «The Art Newspaper», Lotfi contesta le accuse del mandato e fornisce nuove informazioni sul sequestro nel 2019 di un sarcofago dorato del Metropolitan Museum of Art. La bara del sommo sacerdote Nedjemank, poi restituita all’Egitto, era stata venduta al museo per 3,5 milioni di euro dal commerciante francese Christophe Kunicki, accusato a Parigi di associazione a delinquere, frode e riciclaggio. [Vincent Noce]
Carmen Giménez, eminenza grigia della cultura spagnola. Le sue mostre alla guida del Ministero della Cultura spagnolo negli anni ’80 hanno segnato un'epoca. Tra i progetti che recano, a vario titolo, la sua impronta figurano il Museo Picasso di Malaga, il Guggenheim di Bilbao e la collocazione del madrileno Museo Reina Sofía nell’edificio Sabatini. Una carriera lunghissima quella di Carmen Giménez (Casablanca, 1943). Curatrice, per oltre un ventennio, della Solomon R. Guggenheim Foundation, da New York è stata la forza trainante della creazione del Guggenheim Bilbao, che quest’anno festeggia 25 anni. Grande conoscitrice della scultura, ha scelto il meglio delle opere di Richard Serra per il museo di Bilbao. Esperta di Picasso, ha rivendicato la «spagnolità» del pittore, in tempi in cui era considerato francese. Ed è riuscita a realizzare il sogno dell’artista: avere un museo nella sua città natale, Malaga. Poco dopo l’inaugurazione, però, Giménez è stata messa alla porta, ed è tornata negli States. Ma sarà proprio Malaga, nel 2023, a ospitare la mostra a sua cura «Picasso. Materia y cuerpo», che commemora il 50mo anniversario della morte dell’artista e che in seguito si sposterà al Guggenheim di Bilbao. María Marañón ripercorre la lunga carriera internazionale di Carmen Giménez in un’intervista di ampio respiro su «El Español».
Mostre aperte
Attualità e filosofia nel metaverso. A Venezia, fino al 23 novembre, «The 1st Annual Metaverse Art @Venice», il progetto espositivo ideato dall’artista e critica d’arte cinese Victoria Lu, consente un’immersione nel mondo parallelo del metaverso. Allestita negli ambienti di Spazio Thetis all’Arsenale Nord (Tesa 106 e Officina Lamierini), la proposta comprende due sezioni: «gEnki» (a cura di Angelo Maggi e Fu Sen) e la personale «Cookie Cokie 2.0» di Liu Jiayng. La prima è il frutto di un percorso di ricerca sviluppato da artisti e da studenti e docenti di diverse università internazionali (promosso da Iuav e Scuola di Dottorato delle Arti di Ca’ Foscari); la seconda include l’unica opera fisica presente in mostra. Per il resto, l’accesso a installazioni e performance digitali è possibile attraverso schermi a led immersivi e tecnologia extended reality. Le tematiche scelte dai numerosi artisti coinvolti (tra cui Fei Jun, Zhao Xiaoli, Song Tin) scaturiscono spesso da una riflessione su temi di stretta attualità con declinazioni anche filosofiche come il concetto d’immortalità digitale, la fluidità di genere, il conflitto tra tradizione e tecnologia (nei progetti dal titolo «Odissey in the Metaverse» e «Cosmo NFT Chamber»),la transizione monetaria in criptovalute, il legame virtuale tra corpo e spazio (in «Future Body»). Di grande impatto è inoltre il video musicale «Born a Drum Queen», creato dall’artista A-DUO e proiettato da un monitor di 4 metri per 3 all’interno di una piscina vuota dedicata agli esperimenti scientifici della società d’ingegneria Thetis S.p.a. [Veronica Rodenigo]