«L’arcangelo Raffaele e Tobiolo con i santi Simone, Taddeo, Niccolò da Tolentino, Agostino di Ippona, Monica e Giacomo Maggiore» di Neri di Bicci (1418/20-92)

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«L’arcangelo Raffaele e Tobiolo con i santi Simone, Taddeo, Niccolò da Tolentino, Agostino di Ippona, Monica e Giacomo Maggiore» di Neri di Bicci (1418/20-92)

Genova, un Neri di Bicci e un capitello della Torre di Pisa

La collezione dell'antiquario Giancarlo Gallino in asta da Wannenes a maggio

Vittorio Bertello

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Genova. Dopo un inizio di stagione più che lusinghiero, con le tre aste di inizio marzo che in tre giorni hanno totalizzato 2,95 milioni di euro (e una precentuale di venduto per numero di lotti del 78,1%), Wannenes a maggio ha una serie di vendite con argenti, avori, icone e arte russa (il 16), ceramiche e vetri (il 17), arredi e arti decorative (sempre il 17), gioielli (il 31) e dipinti antichi e del XIX secolo (1 giugno), con alcuni lotti provenienti dalla collezione privata dell’antiquario torinese Giancarlo Gallino, scomparso nel febbraio del 2011, già titolare della galleria Antichi Maestri Pittori.

Tra le porcellane, un piatto di servizio in maiolica policroma delle fornaci di Pavia databile intorno al 1720, decorato a rilievo e con figure («Ercole e la Virtù») realizzate dal pittore Siro Antonio Africa, parte da una stima di 1.900-2.200 euro. Nella sessione di arti decorative figura uno dei cavalli di battaglia dell’intero ciclo di vendite (provenienza Gallino): un capitello figurato in marmo bianco dalla terza loggia della Torre di Pisa. La scultura, che nel 1990 fu oggetto di uno studio commissionato dal mercante torinese a Enrico Castelnuovo, ha una valutazione di 150-180mila euro. È invece attribuito a Guglielmo della Porta (1515-77) un busto in bronzo patinato di papa Paolo III Farnese, quotato 20-30mila euro.

Ma il lotto di punta delle aste di Wannenes è, nella vendita di pittura antica, una tempera su tavola, fondo oro, con «L’arcangelo Raffaele e Tobiolo con i santi Simone, Taddeo, Niccolò da Tolentino, Agostino di Ippona, Monica e Giacomo Maggiore» di Neri di Bicci (1418/20-92), anch’esso già collezione Gallino. Il dipinto misura 170,8x170,4 cm e è valutato  tra 400 e 600mila euro.

Nella sezione di pittura dell’Ottocento, infine, compaiono due dipinti dei due fratelli Induno: di Domenico, il maggiore (1815-78), un olio su tela di 99,5x47,5 cm, «La prova», ha una quotazione di 10-15mila euro; di Gerolamo, il minore (1825-90), «La lettura», olio di 70x87 cm, parte invece da 8-12mila.

«L’arcangelo Raffaele e Tobiolo con i santi Simone, Taddeo, Niccolò da Tolentino, Agostino di Ippona, Monica e Giacomo Maggiore» di Neri di Bicci (1418/20-92)

Capitello figurato in marmo bianco dalla terza loggia della Torre di Pisa

Vittorio Bertello, 19 aprile 2016 | © Riproduzione riservata

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