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Doppia dose di Modernismo per Tate St Ives

Martin Bailey

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Il 31 marzo la Tate St Ives ha riaperto dopo una chiusura di 18 mesi. Raddoppiati gli spazi espositivi, questo autunno sarà pronto il primo allestimento semipermanente dedicato agli artisti moderni affluiti numerosi in città a metà del Novecento.

Inaugurato nel 1993, il museo si trova nel Sud Ovest dell’Inghilterra e la maggior parte dei visitatori sono turisti che passano le vacanze al mare. Il direttore Mark Osterfield spiega che il progetto da 23 milioni di euro «spiegherà perché la storia di St Ives è importante nella storia dell’arte moderna, in un contesto internazionale».

La prima fase dei lavori (conclusasi con l’apertura lo scorso 31 marzo) comprende la ristrutturazione dell’edificio originale che si affaccia su Porthmeor Beach. Il progetto è stato supervisionato dagli architetti che hanno costruito la galleria, Eldred Evans e il marito David Shalev. In passato la Tate St Ives ha ospitato solo mostre temporanee. Dopo le ultime esposizioni che hanno chiuso il 3 settembre, ora gli spazi riapriranno con il primo allestimento semipermanente sulla Scuola di St Ives, con opere dalla collezione della Tate datate tra gli anni Venti e i Sessanta e la presenza di artisti come Naum Gabo e Barbara Hepworth (a cui la St Ives ha dedicato nel 1980 il Barbara Hepworth Museum and Sculpture Garden).

Il museo ha in programma l’apertura del nuovo ampliamento, la seconda fase del progetto, a ottobre. L’espansione comprende una grande galleria per le mostre temporanee che raddoppierà gli attuali spazi. Progettata dallo studio Jamie Fobert Architects, sarà costruita nella scogliera, per impattare al minimo sul paesaggio costiero.

La maggior parte dei 200mila visitatori annui del museo provengono dal Regno Unito (solo il 10% di stranieri), ma si punta a un incremento di 40mile presenze all’anno dopo la riapertura. Anne Barlow, direttore inglese dello spazio non profit newyorkese Art in General, è il nuovo direttore artistico della Tate St Ives. Il progetto è stato finanziato in parte dall’Arts Council England (5,2 milioni di euro), dal Coastal Communities Fund (4,5) e dal Cornwall Council (3,5, più il terreno valutato in 1,7 milioni). Devono ancora essere trovati 1,7 milioni di euro.

Martin Bailey, 04 aprile 2017 | © Riproduzione riservata

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