Che belli i belgi

Silvano Manganaro |

Tra i primi appuntamenti della nuova direzione del Macro (cfr. lo scorso numero p. 44) c’è dal 14 maggio al 13 settembre la mostra «I belgi. Barbari e poeti», a cura di Antonio Nardone. Come a voler sottolineare un legame con Roma, la rassegna, una sorta di excursus sull’arte del Paese nordeuropeo nel XX secolo, trae il proprio titolo dal De Bello Gallico di Giulio Cesare e ha l’ambizione di individuare i due aspetti che più caratterizzano la cultura belga: quello intrepido e selvaggio (iconoclasta e iconico, come lo definisce il curatore) e quello lirico. La lista degli artisti è notevole: da Ensor a Magritte, Delvaux e Broodthaers fino ai più recenti Panamarenko, Messieurs Delmotte, Jan Fabre e Pascal Bernier. Ad accompagnare questa mostra (allestita nella Sala Bianca), il giorno dell’inaugurazione viene presentato anche il video di Marinella Senatore «Jammin’ Drama Project» (proiettato
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