Image
Image

Brutta di notte

Levata di scudi contro i led ospedalieri. Già New York aveva capito e abbassato la temperatura degli impianti da 4mila a 3.200 gradi Kelvin

Federico Castelli Gattinara

Leggi i suoi articoli

Esponenti della cultura come Valerio Magrelli, Alessandro Gassman, Paolo Portoghesi e semplici cittadini si sono mossi nelle ultime settimane mentre il volto notturno della città eterna veniva pesantemente alterato dalla sostituzione dell’illuminazione stradale a luce gialla, ai vapori di sodio, con led bianchissimi che porteranno, assicura l’Acea, a più che dimezzare i costi della bolletta energetica.
 
Oltre vent’anni fa a Roma, nell’indifferenza dei più, Magrelli aveva già tuonato contro la definitiva sostituzione delle lampade a incandescenza con quelle a fluorescenza, che secondo lui decretava il trionfo, parafrasando Sartre, de «L’être et le néon», Essere e neon: «in effetti l’irruzione del neon giallo in una città rinascimentale, barocca e ottocentesca mi pareva insensato». Oggi ci ritroviamo a difendere se non a rimpiangere quella «luce da tunnel», da «garage» o da «frigo-bar». Se fin dagli anni Ottanta ci furono poche proteste, tra le quali quella di Giulio Carlo Argan come ricorda il neoassessore all’Urbanistica Luca Montuori (che ha sostituito Paolo Berdini), nelle ultime settimane si può parlare di una vera e propria sollevazione contro i led, grazie alla facilità e rapidità di reazione di cui ci hanno dotato i social. Dopo una pioggia di critiche, petizioni, gruppi contro, l’Amministrazione capitolina ha finalmente iniziato a porsi qualche domanda. La questione, da mero per quanto doveroso problema di costi e risparmi, ha assunto connotazioni più complesse (il progetto risale ai tempi della giunta Marino). La luce di una città non è un sofisma, ma un elemento di primaria importanza, un bene da valutare, studiare con competenza e attenzione, salvaguardare; un connotato che disegna, appunto, volto e figura di un organismo urbano che, nel caso di Roma, è stato plasmato in secoli di storia e di arte.


Il tam tam di piazza è partito da Monti, antico rione che si sviluppa tra i Fori imperiali e la basilica di Santa Maria Maggiore, estendendosi poi a tutto il centro storico, con flash mob e manifestazioni, come la protesta delle candele a Trastevere, vari gruppi Facebook e altro. Le nuove luci hanno sostituito le vecchie lampade a campana sospese al centro delle strade con piastre quadrate; lampioni e lanterne storiche hanno perso i vetri; ma soprattutto il colore da giallo-arancione è diventato bianco accecante, ospedaliero. Il mondo scientifico valuta da anni gli effetti collegati al proliferare di questo tipo di luce urbana, che ci appare bianca ma che in realtà ha il blu come colore dominante. I led più utilizzati nell’illuminazione pubblica, come a Milano, interamente riconvertita, hanno una temperatura di 4mila gradi Kelvin, alta e tendente al «blu», il cui inquinamento luminoso e i possibili rischi per la salute (dei cittadini così come degli animali, stando almeno ad alcuni studiosi, soprattutto americani e israeliani, le cui valutazioni sono però al momento non pienamente condivise dalla comunità scientifica) sono sempre più studiati: ripercussioni sul metabolismo, cattiva qualità del sonno, forte diminuzione di produzione di melatonina, addirittura collegamenti con alcune forme tumorali (sempre in base a studi in particolare americani e israeliani). Tanto che in alcune metropoli, come New York, si è fatta una parziale marcia indietro e una riconversione a led di minor temperatura, ovvero a luce più calda, che pure esistono anche se fanno risparmiare di meno. Resta il fatto che la levata di scudi a Roma, a cui si sono aggiunti anche il Fai e la Soprintendenza statale con la richiesta di stop al piano Acea di sostituzione di 186mila lampadine, ha finalmente smosso l’amministrazione 5 Stelle. L’assessore Montuori ha promesso, almeno per il centro storico, luci a temperatura più accettabile (3.200 gradi Kelvin) e il ripristino dei vetri dei lampioni storici.

Federico Castelli Gattinara, 11 maggio 2017 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Tra Foro Romano e Palatino sono stati ritrovati i resti di una lussuosa dimora con una sala per banchetti a forma di grotta e uno straordinario mosaico impreziosito con conchiglie, vetri e tessere blu egizio

Si inizia con l’enigmatico scultore ateniese. Altre due monografiche saranno dedicate a Prassitele e a Skopas

Stéphane Verger nel chiostro di Michelangelo ha fatto eseguire interventi su sette teste di animali antiche (quattro di età adrianea e tre rinascimentali) e ne ha commissionata un’ottava a Elisabetta Benassi

Lo scavo condotto dalla Soprintendenza speciale di Roma ha riportato alla luce strutture in laterizio e un sontuoso apparato decorativo riconducibili a una committenza di altissimo rango, quasi sicuramente imperiale

Brutta di notte | Federico Castelli Gattinara

Brutta di notte | Federico Castelli Gattinara