Asse Isis-’ndrangheta (la Libia in Calabria)

Silvia Mazza |  | Gioia Tauro (Rc)

Sessantamila euro per una testa di statua razziata: un reportage di Domenico Quirico su «La Stampa» (16 ottobre) rivela l’esistenza di un asse Isis-’ndrangheta che collega la Libia alla Calabria. Base dello smistamento dei reperti archeologici saccheggiati in Libia e nel Vicino Oriente è il porto di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, peraltro da anni ormai tradizionale crocevia dei grandi traffici internazionali di stupefacenti.

Quirico, inviato di guerra (rapito nel 2011 in Libia, è stato nuovamenrte sequestrato in Siria per essere liberato dopo 5 mesi; Ndr) si è finto un ricco collezionista torinese per incontrare un venditore trafficante che gli ha mostrato, oltre alla testa proveniente dall’antica Leptis Magna, altri preziosi reperti da Cirene e Sabratha.

Le opere di maggiori dimensioni sono state mostrate in fotografia, come una ciclopica testa di una divinità greca da un milione
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