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Un dettaglio della fotografia del 1969 di Cecil Beaton che ritrae Henry Geldzahler e David Hockney davanti al dipinto «Henry Geldzahler and Christopher Scott»

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Un dettaglio della fotografia del 1969 di Cecil Beaton che ritrae Henry Geldzahler e David Hockney davanti al dipinto «Henry Geldzahler and Christopher Scott»

Aspettando Hockney

Un panorama sulle aste di domani e dopodomani. Ci sono anche Basquiat e Lichtenstein

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Elena Correggia

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Nell’asta serale di arte contemporanea del 5 marzo Sotheby’s scommette sull’intensità primordiale «Apex» (1986) di Basquiat, una tecnica mista proposta con stima a richiesta La Pop art è ben rappresentata in asta da «Vicki! I - I thought I heard your voice», un’opera di grande formato del 1964 di Roy Lichtenstein, che ritrae l’archetipo di un’eroina dei fumetti con la tecnica basata sull’uso di smalto porcellanato su acciaio (stima 5,7-8 milioni di euro).

Stessa stima per «Juncture» (1994), uno dei nudi di forte impatto drammatico di Jenny Saville, mentre Gerhard Richter è presente con una «Abstraktes Bild» del 2009 (6,8-9,1 milioni) della serie di opere protagoniste di un documentario del 2011 sul suo metodo di lavoro.

Grandi aspettative sono poi riposte su «Head of a boy» (1956), opera giovanile di Lucian Freud raffigurante Garech Browne, mecenate irlandese e uno degli eredi della famiglia Guinness (5,1-7,4 milioni). È uno dei pochi ritratti eseguiti dall’autore negli anni ’50 a raggiungere il mercato dopo «Boy’s Head» che, da Sotheby’s nel 2011, fu aggiudicato per 3,18 milioni di sterline.

Fra le opere italiane si segnalano cinque Fontana fra cui un «Concetto Spaziale. Attese» (1966), ovvero quattro tagli su fondo rosso (3,2-3,6 milioni) e un «Legno» di Burri del 1958, una tecnica mista composta da acrilico e legno bruciato su tela (1,5-1,9 milioni).

Il 6 marzo nell’asta serale di arte contemporanea Christie’s rilancia con un capolavoro del 1969 di David Hockney, tentando di replicare il record (79,9 milioni di euro) raggiunto il 15 novembre scorso da «Portrait of an artist (Pool with two figures)». Ad andare all’incanto con stima a richiesta questa volta è l’effigie del curatore d’arte Henry Geldzahler e del suo compagno, Christopher Scott, in una tela (214x305 cm) appartenente a Barney Ebsworth. L’opera rientra nella serie dei doppi ritratti di Hockney in cui i soggetti, raffigurati seduti, in ambienti domestici e fra di loro non comunicanti, sono dipinti con una tavolozza dai colori vividi e brillanti.

Una riflessione sull’atto di osservare l’arte è invece proposta da Peter Doig in «Haus der Bilder» (House of pictures), olio su tela del 2001 che fa parte della serie di opere omonime e immortala la figura di un «outsider» nell’atto di guardare attraverso la buia vetrina di una galleria (3,5-5,8 milioni).

Stessa stima per «A B, Tower», un lavoro di Richter del 1987 all’interno dei «London Paintings» che esemplifica la sua inconfondibile tecnica astratta e la ricchezza cromatica. Non manca infine lo Spazialismo con due opere di Fontana: un «Concetto Spaziale. Attese» (1960), quattro tagli su fondo bianco (2,3-3,4 milioni) e un «Concetto Spaziale» (1960) di color verde metallico, proveniente dalla collezione Folco, che spicca per gli effetti ottici e chiaroscurali ottenuti con il colore acrilico (910mila-1,4 milioni).

Un dettaglio della fotografia del 1969 di Cecil Beaton che ritrae Henry Geldzahler e David Hockney davanti al dipinto «Henry Geldzahler and Christopher Scott»

Elena Correggia, 04 marzo 2019 | © Riproduzione riservata

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Aspettando Hockney | Elena Correggia

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