Il cambio climatico e i siti Unesco nel Mediterraneo: Palmanova

Che cosa ne sanno e che cosa decidono di fare i rispettivi governanti?

Veduta aerea di Palmanova (Ud)
Veronica Rodenigo |  | Palmanova (Ud)

Le città antiche del Mediterraneo erano costruite sull'acqua. Ma oggi l'acqua sale e diventeranno città sommerse. Una ricerca pubblicata dalla più autorevole rivista scientifica del mondo «Nature», dà per certi i danni gravissimi provocati dai cambiamenti climatici ai 49 siti del Patrimonio Unesco lungo le sponde del Mediterraneo. 37 di loro saranno inondati entro il 2100.

Palmanova: rischio basso
Città fortezza veneziana edificata nel 1593, dal 2017 è inserita nel Patrimonio Unesco come parte delle «Opere di difesa veneziane tra il XVI e il XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar Occidentale».

A contraddistinguerla è la sua pianta poligonale a stella di nove punte. Pur distando dalla costa adriatica circa 28 chilometri (se si prende a riferimento la località marittima di Grado), la ricerca del «Nature» la inserisce comunque all’interno della cartina che illustra i 49 siti in zone costiere del Mediterraneo a rischio e a basso livello sul mare ma non la cita in altri passaggi.

La soprintendente Simonetta Bonomi, oltre a ribadire quanto già affermato per il sito aquileiese, conferma anche per Palmanova la non sussistenza di recenti fenomeni a rischio. Palmanova è comunque l’unico sito tra le opere di difesa veneziane del Patrimonio Unesco ad essere menzionata nello studio del «Nature».

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