Beni culturali, la rivoluzione silenziosa della Sicilia

L'assessore regionale Antonino Purpura anticipa la riorganizzazione in atto nella Regione (autonoma): dalla creazione di nuovi poli museali alla possibilità che le associazioni culturali entrino nella gestione dei siti alle sponsorizzazioni «modello ArtBonus»

L'assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia Antonino Purpura
Silvia Mazza |

Palermo. La recente riforma del Mibact, in vigore dallo scorso 10 dicembre, non si attua in Sicilia per il regime autonomistico di cui la Regione gode da quando nel 1975 lo Stato le trasferì le competenze in materia di Beni culturali con Dpr 635 e 637.
Anche qui, però, è in corso, da definirsi entro dicembre, una riorganizzazione dell’Assessorato Regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana. Si tratta della quarta, a partire dalla fine degli anni Settanta, quando le leggi regionali n. 80/1977 e n. 116/1980 disegnarono l’amministrazione dei Beni culturali in Sicilia, rivoluzionando il vecchio ordinamento ministeriale con l’istituzione, al posto delle Soprintendenze tematiche, di quelle uniche su base provinciale.
Un nuovo assetto venne definito, quindi, in base alla legge n. 10/2000 (Norme sulla dirigenza e sui rapporti di impiego e di lavoro alle dipendenze della Regione siciliana), e
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