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Arte etnica: euro a Cascata

La crisi del settore dell'arte etnografica pare definitivamente superata

Antonio Aimi

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Nel presentare le aste di arte extraeuropea di dicembre avevamo scritto che il top lot delle stime era una statua Mbole, offerta da Sotheby’s per 600-900mila euro, ma che il pezzo più famoso era un poggiatesta Luba Shankadi, offerto da Christie’s per 500-800mila euro, del quale avevamo riportato l’attribuzione al Maestro della Capigliatura a Cascata.

Ovviamente l’ascrizione non era sfuggita ai collezionisti, che si sono conteso il pezzo e l’hanno fatto schizzare a 2.229.000 euro, record assoluto per un’opera del maestro. La statua Mbole, invece, è rimasta invenduta.

Non stupisce, quindi, che il poggiatesta Luba Shankadi abbia rappresentato il top lot assoluto di queste ultime aste. Il secondo posto è stato raggiunto da una rara maschera Kota venduta a 847.500 euro (contro una stima di 200-300mila).

Seguono, poi, due Fang, vendute rispettivamente a 689mila e 619.500 euro a partire da stime di 300-500mila e 350-500mila, e un reliquiario Kota Ndasa, venduto a 547.500 euro (stima 450-600mila euro).

Chiudono la serie dei top lot più significativi due statue, una Lega e una Bangwa, che sono arrivate a 487mila e 463.500 euro a partire dalla stessa stima di 400-600mila. A eccezione della Fang battuta a 689mila euro, tutti questi reperti sono stati venduti da Sotheby’s, che ha così compensato lo scacco della statua Mbole.

Da osservare peraltro che il poggiatesta Luba Shankadi ha avuto un moderato effetto traino sul resto dei reperti offerti da Christie’s, che, in genere, hanno spuntato risultati superiori alle stime.

L’asta Sotheby’s del 14 dicembre si è articolata in due sessioni. La prima, quella che presentava ventidue opere della collezione di Viviane Jutheau, ha registrato un fatturato complessivo di 5.433.500 euro, con percentuali del venduto (rispettivamente per valore e per numero di pezzi) dell’87% e del 91%.

La seconda, quella con cinquanta opere di Africa e Oceania, è arrivata a 2.632.125 euro, con percentuali del venduto, per valore e per numero di pezzi, dell’89% e dell’82%.

L’asta Christie’s del 15 dicembre, che presentava le opere della collezione di Madeleine Meunier, si è invece tenuta in una sola sessione, distinta tra un nucleo di quarantanove opere di arte etnica e un nucleo di cinquantacinque reperti archeologici egizi e della Grecia preclassica.

Qui il fatturato complessivo ha raggiunto i 4.873.563 euro, con percentuali, per valore e per numero di pezzi, del 99% e del 98%. Da questi dati e dai risultati delle altre aste del 2016 pare, dunque, che la crisi sia definitivamente superata, almeno per quanto riguarda il mercato di arte extraeuropea delle due più importanti case d’asta.

Antonio Aimi, 18 gennaio 2017 | © Riproduzione riservata

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