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Arnault raddoppia

Dopo la Fondation Vuitton, è di nuovo Frank Gehry a progettare nel Bois de Boulogne il secondo centro del bulimico magnate di Lvmh

Luana De Micco

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Dopo la Fondation Vuitton, inaugurata nell’ottobre 2014 (cfr. n. 364, ott. ’14, p. 4), Bernard Arnault progetta di estendere il suo impero culturale del Bois de Boulogne. Il miliardario, patron del gruppo di lusso Lvmh, darà nuova vita all’ex Musée des Arts et Traditions populaires (Matp), chiuso dal 2005 e praticamente in rovina. Il nuovo museo, o piuttosto centro culturale, che sarà dedicato ai mestieri dell’arte e dell’artigianato, si chiamerà Maison Lvmh Arts-Talents-Patrimoine e accoglierà il pubblico non prima del 2020. 

Il progetto è stato presentato in pompa magna lo scorso 8 marzo, a Parigi, in presenza tra l’altro del presidente Hollande, proprio nei giorni in cui la Fondation Vuitton annunciava che la mostra della collezione Schukin aveva accolto più di 1,2 milioni di visitatori. Un record. Continua dunque la sfida tra giganti della moda e del lusso.

Neanche un anno fa, anche François Pinault, patron del gruppo concorrente Kering, aveva annunciato un nuovo progetto di fondazione, dopo quelli veneziani di Palazzo Grassi e Punta della Dogana, nei locali della ex Bourse du Commerce, bell’edificio del ’700, nel quartiere centralissimo di Le Halles (cfr. n. 365, giu. ’16, p. 13).

Per la città di Parigi, che ha sempre meno fondi pubblici da destinare alla cultura, la sfida a colpi di finanziamenti privati tra i due miliardari è una manna. Da tempo si interrogava su che cosa fare dell’ex Matp, una struttura di otto piani progettata dall’architetto Jean Dubuisson, allievo di Le Corbusier, abbandonata da anni. Ai suoi tempi il Matp, inaugurato nel 1975, era un bel museo con una collezione etnografica ricca di 250mila pezzi, specializzata sulla Francia rurale e artigianale del XIX secolo e fino al 1960, che accoglieva 200mila visitatori nei primi anni della sua apertura. Lo chiamavano «il Louvre del popolo». Trent’anni dopo, il museo, invecchiato male, lontano dal centro, non interessava più.

Nel 2005, l’anno di chiusura, aveva accolto a stento 20mila persone. Nel 2013 le sue collezioni erano state definitivamente trasferite nel nuovo MuCem di Marsiglia. Per rimettere in sesto l’edificio, Arnault investirà 158 milioni di euro. Anche questa volta il mecenate ha fatto appello all’architetto canadese Frank Gehry, già progettista della vicina Fondation Vuitton. Non si tratta quindi di disegnare un nuovo edificio futurista, ma di ristrutturarne uno già esistente. Una prima fase dei lavori servirà a bonificare la struttura per rimuovere l’amianto presente.

Da progetto di Gehry, realizzato in collaborazione con il nipote di Dubuisson (scomparso nel 2011), Thomas Dubuisson, il parallelepipedo nero e vetusto sarà rivestito da una pelle di vetro per «alleggerire» visivamente il tutto. All’interno, su uno spazio totale di più di 13mila metri quadrati, sarà creata un’ampia sala per le esposizioni e i concerti (di 2.600 metri quadrati), una serie di sale più piccole per accogliere i laboratori d’arte, un auditorium di 2mila posti e un ristorante panoramico all’ultimo piano. Secondo l’accordo firmato con la città, che resterà proprietaria dell’edificio, Lvmh pagherà un «affitto» di 150mila euro all’anno per 50 anni.

Luana De Micco, 05 aprile 2017 | © Riproduzione riservata

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