Redazione GDA
Leggi i suoi articoliTra denunce, scandali e sassolini tolti dalla scarpa, il libro di Mariarita Sgarlata affronta non poche questioni che sollecitano rabbia e indignazione, talvolta sorrisi ironici o meraviglia (d’altra parte, proprio la Sgarlata, racconta, era stata soprannominata dai sindacati Alice nel Paese delle meraviglie per il suo ingenuo stupore di fronte al «surreale» sistema dei beni culturali siciliani).
Sono i casi dell’accusa per la sua piscina prefabbricata e fuoriterra, conclusa con un nulla di fatto dopo l’inchiesta; dei musei invisibili e dei biglietti «omaggio» ma venduti a ignari turisti; del calo quasi ovunque degli ingressi; del personale inamovibile (ben 66 nella piccola casa museo di Pirandello) anche se il museo è chiuso (come il Salinas di Palermo tra 2011 e 2015); dello sperpero di denaro pubblico per progetti incongrui o, all’opposto, bocciati, come il prestito delle Teste di Pantelleria al «Museo della tortura» di Brolo, con tanto di piroette delle Frecce Tricolori (30mila euro), e il rifiuto dell’ingresso integrato per Villa del Casale di Piazza Armerina, area archeologica di Morgantina e Museo di Aidone (quello della celeberrima dea rientrata dal Getty di Los Angeles).
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