Abbiamo fatto Centrica

L’azienda fiorentina ha sviluppato una piattaforma che mette a disposizione di studiosi e studenti un enorme patrimonio di immagini ad altissima risoluzione. E i musei possono trarne ricavi

Marco Cappellini
Elena Correggia |

Specializzata nella digitalizzazione ad altissima risoluzione, Centrica è un’azienda nata a Firenze nel 1999 che ha l’innovazione nel Dna. Le sue soluzioni si rivolgono principalmente al settore culturale: a musei, biblioteche, archivi, ma anche al mondo del turismo. Fra i suoi fiori all’occhiello la piattaforma Art Centrica, sviluppata per rendere più interattiva e coinvolgente la conoscenza della storia dell’arte, ma anche le mostre immersive per il grande pubblico che coniugano educazione e intrattenimento, attraverso VirtuItaly, spin off di Centrica, fondato nel 2015. A raccontare i servizi e i progetti di Centrica dedicati all’arte è l’amministratore delegato della società, Marco Cappellini.

Qual è il modello di business di Centrica e come si sostiene a livello di ricavi? Quali sono gli azionisti?
Centrica ha un modello di business B2B, che vede però sempre l’utente finale come elemento decisivo della catena del valore. Ad oggi abbiamo realizzato importanti campagne di digitalizzazione per realtà come le Gallerie degli Uffizi, la Pinacoteca di Brera, il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, la Fondazione Longhi, l’Università di Firenze, la New York University, l’Harvard University e molti altri. Oltre a me, gli azionisti di Centrica sono Paolo De Rocco e Paolo Romoli, con i quali condivido questa bella impresa fin dalla fondazione e poi familiari, amici e business angel. Recentemente abbiamo avviato il percorso per aprire il capitale a fondazioni, investitori istituzionali e venture capital, per accelerare la crescita aziendale a livello nazionale e internazionale.

Quali sono le motivazioni che possono indurre un museo a scegliere le soluzioni di Centrica?
Centrica dà la possibilità di promuovere il patrimonio artistico di un museo attraverso la digitalizzazione ad altissima risoluzione, la catalogazione e lo sviluppo di soluzioni digitali all’avanguardia in grado di arricchire l’esperienza con le collezioni, sia in presenza dando modo agli utenti di interagire con le opere d’arte con il loro smartphone o con installazioni interattive, sia in remoto con applicazioni digitali basate sulla piattaforma ArtCentrica. Con quest’ultimo servizio, innoviamo anche il modello di ricavo dei musei. I nostri partner possono infatti monetizzare i loro asset digitali ricevendo il 30% dei ricavi generati dalle vendite del servizio annuale ArtCentrica. Creiamo quindi un valore per i musei con ricavi aggiuntivi a quelli tradizionali, un valore per il settore educativo con un servizio molto innovativo, generando al contempo una crescita per la nostra azienda. Un modello win-win-win che sta raccogliendo ampio interesse.

Che tipo di funzionalità mette a disposizione la piattaforma Art Centrica per studenti e studiosi?
Le opere presenti su ArtCentrica sono più di 3mila e spaziano dall’arte egizia a quella greca e romana, al Medioevo, Rinascimento, Impressionismo e Postimpressionismo fino all’arte contemporanea. Oltre ad accedere a descrizioni storico artistiche e misure è possibile visualizzare opere in altissima risoluzione, grazie allo zoom che consente di vedere istantaneamente dettagli che rappresentano pochi millimetri sull’originale, misurabili virtualmente, di immagini da 10 GigaPixel; comparare le realizzazioni di due artisti su un tema specifico; cercare le opere seguendo la linea del tempo; creare percorsi di apprendimento interattivi e lezioni personalizzate, attraverso la ricerca visuale di elementi simili grazie all’associazione fra aree dell’immagine e concetti, organizzati in maniera gerarchica. Ad esempio, inquadrando un gioiello in un’opera del Bronzino si possono visualizzare le opere e i relativi dettagli che contengono quel tipo di contenuto. I docenti possono poi creare lezioni multimediali mediante innovative guide audio-video.

Quanto costa questo servizio?
L’accesso al servizio prevede una prova gratuita della piattaforma per 10 giorni. Successivamente mettiamo a disposizione pacchetti specifici che variano a seconda del settore. Per scuole e Università abbiamo stabilito un canone annuo a partire da 1.350 euro all’anno per classe, mentre per studiosi e ricercatori il prezzo di partenza è di 80 euro all’anno. Questi prezzi presentano forti risparmi se il cliente opta per un accordo pluriennale o nel caso in cui l’intera scuola o Università adotti il servizio. Per i lettori di «Il Giornale dell’Arte» abbiamo in serbo un omaggio: chi si registra su www.artcentrica.com entro il 31 marzo 2022 utilizzando il codice GDARTE potrà accedere gratuitamente per 30 giorni al servizio ArtCentrica.

Chi sono i vostri partner per Art Centrica?
Abbiamo una collaborazione storica con le Gallerie degli Uffizi e con la Pinacoteca di Brera, e di recente abbiamo avviato l’accordo con l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, dove sono conservati in forma fisica i disegni, gli schizzi e le stampe di Jacopo da Pontormo e di altri artisti. Sulla nostra piattaforma è presente una selezione di queste opere, con l’accordo di arrivare a inserirne circa 1.000 (500 disegni e 500 incisioni). ArtCentrica comprende un’importante collezione di vedute fiorentine (Zocchi, Rosselli, Bonsignori, Zumkeller e altri) e abbiamo inserito opere del Museo Egizio di Torino, del Met di New York, del Rijksmuseum di Amsterdam, del Cleveland Museum of Art, dello Statens Museum for Kunst di Copenaghen, dell’Alte Pinakothek di Monaco.

Fra i vostri servizi c’è anche quello della riproduzione in digitale di opere in dimensione reale. C’è già qualche museo che vi ha richiesto questo servizio?
Siamo stati fra i primi a farlo, inizialmente con Hitachi, ad esempio come nel caso dell’«Annunciazione» di Leonardo da Vinci che fu portata in replica a Tokyo nel 2006 presso l’Istituto Italiano di Cultura, con il «Tondo Doni» di Michelangelo e altre opere delle Gallerie degli Uffizi. Recentemente per l’Università di Bologna abbiamo realizzato un servizio di digitalizzazione ad altissima risoluzione e creazione di repliche per ritratti della loro collezione. I vantaggi per il museo sono quelli di poter disporre di una rappresentazione fedele all’originale che può essere esportata, laddove ad esempio gli originali siano inamovibili, o possa sostituire l’opera data temporaneamente in prestito. Inoltre, può rappresentare una fonte di ricavo laddove ne vengano realizzate un certo numero di copie numerate. Per i costi si parte dai 600-800 euro per un’opera di 1 metro x 1 metro.

Nell’ambito delle mostre immersive in realtà virtuale quali sono i vostri progetti più importanti?
Tra le mostre più recenti ci sono «Uffizi Virtual Experience» presso la Fabbrica del Vapore a Milano (2016), patrocinata dal Ministero della Cultura, dal Comune di Firenze e dal Comune di Milano, «Renaissance Experience» presso la Kunstkraftwerk di Lipsia e il Red Cube di Shenzhen nel 2018, «Immagica” a Tbilisi in Georgia nel 2019. La prima mostra virtuale risale però al 2010, quando al National Museum di Shanghai abbiamo avuto l’occasione di presentare «Uffizi Virtuale», basata sulla nostra installazione Uffizi Touch, selezionata ne l’«Italia degli Innovatori» per essere presente all’Expo di Shanghai nel Padiglione Italia, durante i sei mesi della manifestazione. Sempre in Cina, su commissione del Ministero della Cultura, abbiamo dato vita all’allestimento multimediale di «Rinascimento a Firenze» presso il National Museum of China a Pechino (2012-13). Nel novembre del 2019 abbiamo realizzato le installazioni immersive e interattive per il Padiglione Italia al China International Import Expo di Shanghai, su incarico della Italian Trade Agency. In particolare segnalo che «Renaissance Experience» nasce da un nostro investimento, al quale hanno creduto una serie di business angel con la volontà di creare una mostra digitale itinerante che possa portare il valore del Rinascimento nel mondo. Ritengo che i musei dovrebbero inserire mostre immersive all’interno del proprio percorso espositivo e ci rendiamo disponibili a verifiche di fattibilità in tal senso.

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