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A Rivara per dipingere

Pittara protagonista di un singolare cenacolo

Paesaggi storici, scorci naturali gentilmente modificati dall’uomo, poesie campestri, ricordi romantici e visioni crepuscolari costituiscono l’inedito mix che ha dato luogo alla rivoluzione realista della pittura piemontese nel tardo Ottocento. Un ruolo di spicco lo ebbe il cenacolo di Rivara, sviluppatosi tra il 1870 e il 1873 nel castello cittadino allora di proprietà del banchiere Carlo Ogliani, cognato di Carlo Pittara. 

A documentare tutto ciò è la rassegna «Carlo Pittara e la Scuola di Rivara. Un momento magico dell’Ottocento pedemontano», realizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio e curata da Giuseppe Luigi Marini, nella Fondazione Accorsi-Ometto fino al 15 gennaio. «La Scuola di Rivara, spiega il curatore, rappresentò un momento fertile della pittura piemontese, influenzando la declinazione del realismo di molti pittori e rivoluzionando inoltre, in senso moderno, il gusto del pubblico».

Sono esposte 69 opere di dodici artisti: paesaggi agresti dal sapore narrativo dipinti spesso en plein air con tocchi leggeri ispirati agli effetti di luce di Corot, ai paesaggi intrisi di natura selvaggia di Alexandre Calame, al naturalismo romantico di Antonio Fontanesi e della Scuola di Barbizon.

Tra le opere in mostra, sette lavori di Ernesto Rayper ambientati nell’entroterra ligure e nella campagna piemontese, originalmente elaborata, quest’ultima, anche nelle atmosfere cangianti e preimpressioniste dello spagnolo Serafín Avendaño.

Da ammirare, inoltre, le campagne romane di Vittorio Avondo, gli scorci di villaggi laboriosi di Ernesto Bertea, gli interni eleganti e signorili di Giovanni Battista Carpanetto e i lavori di Alfredo d’Andrade, Adolfo Dalbesio, Francesco Romero, Federico Pastoris di Casalrosso e Antenore Soldi.

Ma il vero protagonista, con trenta dipinti esposti, è Carlo Pittara, che grazie ai soggiorni a Roma e Parigi passò dal pungente verismo di pascoli e bestiami di «La guardiana delle oche» alla vibrante policromia degli abiti delle dame francesi di «Rive della Senna».

Il prossimo appuntamento in Fondazione sarà la retrospettiva «Dal Futurismo al ritorno all’ordine. Pittura italiana del decennio cruciale 1910-20» dal 2 febbraio al 4 giugno.

Jenny Dogliani, 14 novembre 2016 | © Riproduzione riservata

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A Rivara per dipingere | Jenny Dogliani

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