«Magistro Rogero» dipingeva come uno scultore

Rogier Van der Weyden, La Deposizione, 1435 ca, Madrid, Museo del Prado
Cecilia Cavalca |

Madrid. Al Museo del Prado di Madrid si celebra fino al 28 giugno Rogier van der Weyden. Lo si fa con un’importante mostra curata da Lorne Campbell che ha come epicentro un capolavoro di soggiogante presa visiva: il «Calvario» del Monastero di San Lorenzo dell’Escorial. Esposto a conclusione di un restauro iniziato nel 2011 (sotto la direzione tecnica congiunta dello stesso Museo del Prado e del Patrimonio Nacional), l’imponente dipinto su tavola è restituito al pubblico in una veste cromatica del tutto nuova che recupera l’alta qualità della stesura pittorica originale: fresca e libera nel tratto, d’intonazione cromatica brillante e meravigliosamente trasparente nei passaggi di tono. Una scommessa vinta, occorrerà aggiungere, contro chi su quella superficie martoriata da danni e interventi posteriori non riusciva più a scorgere nemmeno un centimetro quadrato dei pigmenti impiegati da
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© Riproduzione riservata Il «Calvario» di Rogier van der Weyden dopo il restauro. Real Monastero di San Lorenzo dell’Escorial
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