Il MoCA di Chendou non chiude, ma riduce

È la crisi di molti dei musei cinesi del «boom»

Il MOCA di Chengdou
Lisa Movius |  | Chengdu

Il Museum of Contemporary Art (MoCA) di Chengdu ha messo a tacere le voci di fallimento. Nel 2011, anno della sua fondazione da parte di una società di investimento di proprietà statale, il museo era considerato una promettente new entry nel panorama artistico emergente della provincia del Sichuan, ma è dal 2015 che circolano voci di chiusura. Nonostante il direttore Lan Qingwei nel 2017 abbia lasciato l’istituzione, il MoCA «è aperto e abbiamo mostre in corso», ha dichiarato di recente una portavoce, e un programma incentrato sull’arte e la tecnologia. Il numero di mostre è stato però ridotto «da otto/dieci all’anno a tre/quattro» e a far le veci del direttore è il manager della società madre.

L’incertezza è sintomatica delle difficoltà che incontrano i musei d’arte che proliferano in Cina. Situato all’interno di un parco informatico, il MoCA è stato fondato durante il boom
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