Praz è uno stile

Un libro di Raffaele Manica dedicato a un «mostro» della cultura del ’900

Un ambiente della casa museo di Mario Praz a Roma. Foto: www.facebook.com/pg/MuseoMarioPraz
Alessandra Ruffino |

È da poco uscito Praz, elegante e denso volumetto di Raffaele Manica che raccoglie quattro saggi, editi tra 2003 e 2018 (L’elzeviro verso il saggio; In viaggio; Croce e il diavolo; Roma), introdotti da una premessa redatta ex novo. E proprio in avvio l’autore chiede: «Ci è diventato familiare Praz?». Se si guarda alle molte ristampe dei suoi titoli più noti (Gusto neoclassico, Filosofia dell’arredamento, La casa della vita...) e alla loro reperibilità in libreria, si potrebbe rispondere affermativamente (i formidabili Studi sul concettismo, editi nel 1934 e nel 1946, hanno però atteso ristampa per quasi 70 anni: cfr. recensione su «Il Giornale dell’Arte»).

Ma la domanda non è retorica e indica semmai la permanente difficoltà a circoscrivere Praz: anglologo, filosofo dell’arredamento, connaisseur, viaggiatore, personaggio, riscopritore e interprete di tante manifestazioni d’arte minori
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