Nelle ultime settimane non è passato giorno senza leggere notizie concernenti artisti afroamericani. La loro presenza nei luoghi istituzionali quali musei, mostre, gallerie e nel mercato dell’arte è sempre maggiore.
Il mondo dell’arte americano si è reso conto di quanto l’emarginazione degli afroamericani durante il ventesimo secolo ha creato un vuoto nelle collezioni private e museali e sta facendo uno sforzo per rimediare. Questa tendenza ha subito un’accelerazione negli ultimi due anni.
A ottobre 2016 il Met Breuer presentò con grande successo una mostra su Kerry James Marshall. Una delle opere chiave della mostra, «Past Times» (tempi passati), è stata venduta lo scorso maggio da Sotheby’s per 21 milioni di dollari, quadruplicando il record dell’artista. Quella stessa sera 42 opere donate da artisti afroamericani a beneficio del museo di Harlem sono state vendute per un totale di 20 milioni di dollari, stabilendo record per 24 artisti, tra cui Kehinde Wiley, il ritrattista di Obama.
Lo Studio Museum di Harlem fu un precursore di questo movimento.
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