L’hanno celebrato in un museo autorevole, ma la cosa non è che gli abbia portato fortuna, al povero Mohamed Salah: la finale della Champions League non solo l’ha persa, ma s’è pure fatto male e ne ha giocato solo un pezzettino. Salah è un calciatore egiziano, gioca nel Liverpool e a forza di fare gol, 32 per l’esattezza, quest’anno è assurto a molto più del titolo di capocannoniere che gli è spettato nel campionato inglese. È diventato l’oggetto di una mitizzazione assoluta, l’eroe nazionale di un Egitto che altre gran ragioni per gioire, di questi tempi, non ne ha molte e ovviamente di tutti gli egiziani della diaspora sparsi qua e là per l’Europa.
Quindi idolatria tutto l’anno, sino al fatidico giorno 17 maggio in cui è stato addirittura proclamato idealmente erede degli antichi faraoni dal museo per eccellenza, il British, con l’esposizione dei suoi scarpini collocati graziosamente in un’apposita teca tra le pietre millenarie dei suoi antenati. Li hanno messi lì, in bella vista sotto il busto colossale ...
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