Nulla di sacro. Il Metropolitan dovrebbe scusarsi con il Vaticano
«Heavenly Bodies», la mostra che si proponeva di analizzare il legame tra moda e arte sacra, si è rivelata inutilmente offensiva nei confronti dei cattolici
Povero vecchio Vaticano, è stato proprio ingannato, vale proprio la pena di dirlo. Quando il Metropolitan Museum di New York gli ha chiesto opere in prestito per una mostra che avrebbe dovuto essere «un dialogo tra moda e capolavori d’arte medievale nelle collezioni del museo per esaminare i continui legami della moda con le pratiche devozionali e le tradizioni del Cattolicesimo», non si sarebbe potuto aspettare la frivola, ignorante e a volte sacrilega stravaganza cui il cardinale Timothy Dolan si è trovato ad assistere alla serata inaugurale di «Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination» (fino all’8 ottobre).
Stendiamo un velo pietoso sull’abbigliamento degli invitati. Anche se devono essere stati essere caldamente incoraggiati dal curatore della mostra Andrew Bolton a spingersi fino a quegli oltraggiosi livelli, comunque è stata una loro scelta quella di venire o meno con una
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