Il Medioevo è tra di noi

Una trentina di opere per capire un’epoca di transizione

Particolare del Crocifisso argentato, 1170 ca, della Cattedrale di Sant'Evasio di Casale Monferrato in mostra a Matelica
Stefano Miliani |  | Matelica (Mc)

Per quali sommovimenti «intorno al 1200, tra Umbria e Marche, il linguaggio figurativo si trasforma così sensibilmente verso un naturalismo di grande potenza plastica»? E perché, in quel tempo, di qua e di là dall’Appennino centrale le opere più significative sono le sculture lignee policrome? Nasce da questi interrogativi la mostra «Milleduecento. Civiltà figurativa tra Umbria e Marche al tramonto del Romanico» allestita dall’8 giugno al 4 novembre al secondo piano (finora inagibile, riapre per l’occasione) del Museo Piersanti di Matelica.

L’hanno concepita nel 2015 gli storici dell’arte Fulvio Cervini, il curatore nonché docente di Storia dell’Arte medioevale all’Università di Firenze, e Alessandro Delpriori, sindaco del borgo marchigiano. Perché ricordare che l’idea risale a tre anni fa? Al di là del tempo necessario a pianificare bene, sono da considerare i tanti problemi
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