Islam e Marocco all’American Academy

Un simposio sull'architettura islamica in Italia e una mostra di Yto Barrada

Still da «Tree Identification for Beginners», di Yto Barrada, 2017, 16mm, video digitale a colori 36 minuti. Una commissione Performa 17  per «Afroglossia» a cura di Adrienne Edwards © Yto Barrada, courtesy Pace Gallery; Sfeir-Semler Gallery, Hamburg, Beirut; and Galerie Polaris, Paris2017 16mm, digital video, color, sound 36 minutes   A Performa 17 Commission for ‘Afroglossia’ curated by Adrienne Edwards © Yto Barrada, courtesy Pace Gallery; Sfeir-Semler Gallery, Hamburg, Beirut; and Galerie Polaris, Paris
Silvano Manganaro |  | Roma

Il tema che ha accompagnato la stagione 2017-18 dell’American Academy in Rome è stato «New Work in the Art & Humanities: East and West». Il mese di maggio, a conclusione del ciclo, si presenta ricco di appuntamenti. Da un lato il simposio «Arte e architettura islamica in Italia: fra tradizione e innovazione» (17 e 18 maggio); dall’altro la mostra «The Dye Garden» di Yto Barrada (artista franco-marocchina nata nel 1971) visitabile dal 10 maggio all’8 luglio.

L’esposizione, a cura di Peter Benson Miller e Andrew Heiskell, è incentrata su un lavoro pensato per l’occasione. La Barrada, che ha studiato storia e scienze politiche alla Sorbona, osserva il Marocco da una «strana lontananza», riuscendo a focalizzare l’attenzione sugli stratificati scambi che legano Oriente e Occidente. Lo fa partendo dall’esplorazione del paesaggio sia naturale sia antropizzato e attraverso l’uso di diversi
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