Schizzi resistenti
Al Prado 73 bozzetti di Rubens: in realtà veri dipinti a olio
Come Caravaggio, Tintoretto o Veronese, anche Rubens realizzava in modo sistematico gli schizzi preparatori, più o meno dettagliati, delle sue opere. Servivano all’artista fiammingo (1577-1640) per fissare le idee delle future composizioni e per presentare «un’anteprima» del lavoro ai suoi clienti. Ma a differenza dei maestri del passato, che privilegiavano il carboncino su carta, Rubens realizzava i bozzetti con la pittura a olio su tavola, un supporto più resistente: erano dunque veri e propri dipinti, nei quali c’era già tutta la vitalità pittorica dell’artista.
Di questi studi se ne conoscono circa 500 e per questo il Prado, che fino al 5 agosto presenta la mostra «Rubens. Pittore di bozzetti», gli conferisce il titolo di «più grande pittore di bozzetti della storia dell’arte europea». La mostra ne riunisce 73, in collaborazione con il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam (che
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