Il colore inciso di Francesco Casorati

All'Istituto Centrale per la Grafica i fogli dell'artista torinese

Un particolare di «Il merlo e lo stagno», 1982, di Francesco Casorati
 |  | Roma

Il Museo didattico dell’Istituto centrale per la grafica ospita dal 9 maggio al primo luglio la retrospettiva «Francesco Casorati. Opera incisa». La mostra riunisce una sessantina di fogli datati dal 1952 al 1995, prevalentemente incisioni calcografiche, integrate da due gipsografie.

La grafica incisa di Francesco Casorati (Torino, 1934-2013) muove da suggestioni da Klee nelle filiformi strutture dei primi anni Cinquanta, partecipa della temperie informale alla fine del decennio e all’inizio degli anni Sessanta (la Biennale di Venezia dedica una sala nel 1962 alle sue incisioni e litografie) e per pochi anni si avvicina al realismo socialmente impegnato.

Sin dagli esordi affiora un ludico sperimentalismo dietro al quale si celano raffinate elaborazioni sui principi fondamentali della grafica a stampa: il concetto di madre-matrice, la specularità, la valenza microscultorea del segno calcografico,
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