Di padre in figlio

Coro monastico intarsiato, Luigi Prinotto, Giuseppe Marocco e Giacomo Filippo Degiovanni, 1740, restaurato dal Centro Conservazione e Restauro della Venaria Reale. Foto di Pino Dell'Aquila
Roberto Antonetto |  | Venaria (To)

Il coro monastico rientrato in Italia per la mostra della Venaria Reale fu realizzato a Torino nel 1740 dall’ebanista Luigi Prinotto e da altri due artisti di primo piano, l’intagliatore Giuseppe Marocco e il minusiere Giacomo Filippo Degiovanni, che costruì la struttura. Da oltre due secoli non se ne avevano notizie. È stato scoperto e pubblicato da chi scrive nel 2002 ma fino ad oggi non era stato possibile riportarlo in patria.

Il coro ha 28 stalli e misura 6,5 metri per 9. È quasi interamente ricoperto da uno spettacolare intarsio in legni vari intrecciati su un fondale di acero color oro: 54 metri quadrati di superficie intarsiata. Una bella Crocifissione in avorio inciso domina il coro dal fastigio centrale; sui dossali gruppi di angioletti simboleggiano le virtù monastiche. I braccioli sono scolpiti con eccezionale maestria, come le 30 statue di angioletti che coronano i dossali alternandosi a
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