Il Robin Hood dell’arte

Intervista esclusiva a Christos Tsirogiannis, un protagonista di inchieste sul traffico di beni archeologici

Christos Tsirogiannis davanti a una tomba a Orvieto
Edek Osser |  | Aarhus

Si chiama Christos Tsirogiannis, è un archeologo e storico dell’arte greco di 45 anni, laureato ad Atene e con un dottorato in Archeologia forense a Cambridge. Oggi insegna all’Università di Aarhus, in Danimarca. È un cacciatore di tesori archeologici illegali. La sua arma è un enorme archivio digitale composto da immagini e documenti confiscati dall’Interpol e dalle polizie italiana, greca, svizzera, nei numerosi depositi segreti dei tre più famosi trafficanti di archeologia degli ultimi decenni, tutti già processati e condannati: Gianfranco Becchina (mercante di Castelvetrano, attivo per anni a Basilea e vicino al boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro), Giacomo Medici (condannato nel 2004 per commercio illegale di materiale archeologico, cfr. l’intervista nello scorso numero, p. 16) e Robin Symes (uno dei più noti mercanti inglesi di archeologia che nascondeva i suoi segreti in
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