Il 12 febbraio 1947 Christian Dior presentava la sua prima collezione primavera-estate. Gli era sembrato di essere stato prudente. L’aveva definita «corretta». E invece niente sarebbe stato più come prima per il mondo dell’alta moda. I giornalisti americani erano impazziti: era nato il New Look. Le ampie gonne a corolla, metri e metri di chiffon e seta, le spalle stondate, il punto vita messo in risalto e i volumi generosi segnavano la fine degli anni duri e parsimoniosi della guerra. Da parte sua lo stilista, che aveva aperto la maison al numero 30 di avenue Montaigne neanche un anno prima, l’8 ottobre 1946, non riusciva a credere a tanto entusiasmo. «Guardavo le donne, ammiravo le loro forme ed ero sensibile alla loro eleganza come tutti i giovani della mia età, ma mi sarei stupito se mi avessero predetto che un giorno sarei diventato stilista», confidò più tardi. In effetti, prima di dedicarsi alla moda Christian Dior era un appassionato d’arte. Nel 1928 e 1931 aveva aperto due gallerie a Parigi, dove esponeva opere di Picasso, Matisse, Giacometti, Dufy, Braque, e dove presentò gli «Orologi molli» di Dalí.
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