L’intransigente sete di libertà di Tancredi

La copertina del volume
Alessandra Ruffino |

Sono usciti da Marsilio gli scritti di Tancredi Parmeggiani (1927-1964), pittore a cui la Peggy Guggenheim Collection ha di recente dedicato una retrospettiva. Fu proprio la mecenate statunitense, tra 1952 e 1957, a offrire uno studio e uno stipendio a quel giovane di Feltre da lei considerato il miglior pittore italiano della sua generazione. La Guggenheim, che in precedenza aveva stipendiato solo un altro artista (Pollock), ebbe ruolo decisivo nel far conoscere il lavoro di Tancredi all’estero, facendolo entrare da subito in collezioni museali internazionali.
La pittura di Tancredi, spiega Luca Massimo Barbero, curatore del volume, «nella compenetrazione di luce, aria e atmosfera, rappresenta uno degli esiti più alti della cultura bizantino-veneziana». Tancredi cerca di far combaciare emozionalità, spazio e paesaggio: se «Mondrian costringeva la natura nel suo termine; io, scriveva in
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