Il Met citato in giudizio per «L'Acteur» di Picasso

L'opera al centro della contesa fu acquistata nel 1912 dai collezionisti ebrei-tedeschi Leffmann e da loro venduta per una cifra irrisoria in seguito alle persecuzioni razziali. Nel 1952 è stata donata al museo newyorkese. Ora gli eredi ne chiedono la restituzione o un risarcimento di 100 milioni di dollari

«L'acteur», opera di Pablo Picasso del Periodo rosa (1904-5), è al Metropolitan Museum of Art di New York dal 1952
Giovanni Pellinghelli del Monticello |

New York. Dopo il Belvedere di Vienna (che nel giugno 2015 ha dovuto vendere in asta da Sotheby’s London il ritratto di «Gertha Baruch von Felsőványi née Loew», opera del 1902 di Gustav Klimt, reclamato dagli eredi dalla famiglia, con un risultato di quasi 25milioni di sterline) tocca al Metropolitan Museum di New York.

Lo scorso 30 settembre l’annosa disputa che oppone gli eredi dell’uomo d'affari ebreo-tedesco Paul-Friedrich Leffmann (guidati dalla bispronipote Laurel Zuckerman, amministratore fiduciario del patrimonio Leffmann) al Metropolitan Museum si è trasformata in causa legale a pieno titolo con la registrazione della citazione in giudizio del Metropolitan Museum of Art da parte degli eredi Leffmann a rivendicare la legittima proprietà di uno dei più preziosi capolavori del museo newyorkese: «L’Acteur» di Picasso, olio su tela del periodo rosa, 1904-1905 (figura maschile ritratta
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