L’America di Ligabue

Antonio Aimi |

Firenze. Giancarlo Ligabue, scomparso a 84 anni lo scorso gennaio, è stata una figura più unica che rara nel panorama degli imprenditori italiani. A lui si deve la creazione a Venezia del Centro Studi e Ricerche Ligabue e la promozione di ben 130 spedizioni in tutti i continenti per ricerche in campo antropologico, archeologico e paleontologico. Ma Ligabue non si limitava al ruolo di generoso mecenate, voleva avere un ruolo diretto e di primo piano anche nelle attività di ricerca arrivando a considerarsi «paleontologo, studioso di archeologia e antropologia, esploratore» senza rendersi conto che le figure degli specialisti a 360 gradi erano scomparse da oltre un secolo e che oggi gli specialisti, sono, appunto, o paleontologi o antropologi o archeologi e non le tre cose insieme e per di più part-time.

A lui il figlio Inti ha dedicato la mostra «Il mondo che non c’era. L'arte precolombiana nella
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© Riproduzione riservata Urna funeraria in ceramica con effigie del dio Cocijo, Cultura zapoteca, Monte Albán, Oaxaca, Messico (450- 650 d.C.  Cane seduto in ceramica, Cultura Colima, Messico occidentale (100 a.C.-250 d.C.) Maschera, Cultura Teotihuacan, Valle del Messico, Messico - Classico, 450-650 d.C. - Venezia, Collezione Ligabue
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