La Maison Européenne de la Photographie espone, dal 24 giugno al 23 agosto, un centinaio di scatti inediti di Jacques-Henri Lartigue accompagnati da alcune pagine dei suoi album. La mostra «Lartigue. La vie en couleur», spiegano le curatrici Martine d’Astier e Martine Ravache, «rivela un aspetto inedito del lavoro del fotografo. Anche se il colore rappresenta più di un terzo dei suoi scatti, quest’ultimo non è mai stato esposto in quanto tale. Per il pubblico è una vera scoperta». Lartigue, scomparso a Nizza nel 1986 a 92 anni, si dedicò al colore in due momenti della sua vita. Tra il 1912 e il 1927, quando sperimentò l’autocromia (un procedimento basato sulla sintesi additiva, brevettato dai fratelli Lumière nel 1903). Delle 87 autocromie conservate alla Donation Lartigue, una trentina sono esposte ora a Parigi. Ci sono le passeggiate nella natura, la vita in famiglia, il sole della Riviera. Tornò al colore nel 1949, dopo vent’anni di bianco e nero, con le foto piene di luce alla moglie-musa Florette (nella foto, «Les mains de Florette», Brie le Néflier, giugno 1961) e gli scatti dei pellegrinaggi a Lourdes e dei viaggi in Italia.
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