Parigi. Ha composto il suo album di famiglia scegliendo nove giovani apparentemente ordinari di una classe media iraniana che in genere non interessa i media. Perché, dal loro punto di vista, non è abbastanza interessante: «E invece questi giovani spesso dimenticati rappresentano la grande maggioranza della persone. Mentre si parla sempre delle estremità, che esistono, certo, ma sono una minoranza». Lo scorso 12 maggio, la fotografa iraniana Newsha Tavakolian, vincitrice del Prix Carmignac per il fotogiornalismo, ha presentato ad un gruppo di giornalisti la sua mostra «Blank Pages of an Iranian Photo Album», che si tiene fino al 7 giugno. Siamo nella Chapelle des Beaux-Arts che presenta sullo sfondo una copia del Giudizio universale di Michelangelo.
Questa mostra ha rischiato per qualche tempo di non avere luogo. Alcuni mesi fa, infatti, la fotografa 33nne, che ha già lavorato in Siria e Iraq, aveva accusato il suo mecenate, Edouard Carmignac, fondatore del premio nel 2009, di interferire sul suo lavoro e di voler modificare il suo progetto originario.